Coccodrilli ad Artem . IRA
Friedrich Wilhelm Murnau
In 11 Marzo 2022 da Il ViaggiatoreL’altro guidava sul lungomare di Santa Barbara, a est della città. Aveva quattordici anni. Cosa ne sa un quattordicenne di automobili? La tournée promozionale in Europa sarebbe cominciata a breve. Essere tedesco e tornare in Europa era certamente un’emozione. Garcia Stevenson era il suo valletto filippino.
Oh, no, non chiamatelo solo valletto. Era il suo amante di ventotto anni più giovane. Un amante bambino. La causa involontaria della sua morte.
Era l’11 marzo 1931, era un pomeriggio di sole. Garcia sbandò e un camion li investì. Li ridusse in poltiglia. Friedrich Wilhelm Murnau morì così, poche ore dopo l’incidente.
Essere Murnau era una grande responsabilità per morire. Essere l’uomo che aveva prodotto il punto d’incontro tra l’espressionismo e il Kammerspiel, quando ancora l’Europa deteneva i diritti d’autore sulle avanguardie cinematografiche, sull’arte della regia, era una garanzia di immortalità.
Così è stato.
L’espressionismo rappresentava, per i registi europei del dopoguerra, il tentativo di esprimere le emozioni più vere e profonde, nascoste sotto la superficie della realtà, mediante distorsioni estreme. Con la macchina da presa volante e la macchina da presa soggettiva, la narrazione dei film muti di Murnau cambiò completamente, e il regista, aiutato dall’immancabile cameraman Karl Freund, poté sperimentare sul campo tutti gli aspetti formali imposti dal movimento: il montaggio dinamico, l’emotività dei personaggi, l’importanza della composizione.
Murnau morì in America, prima del suo rientro maestoso in Europa. Morì all’apice del successo, quando i pochi, ultimi flop erano ancora troppo caldi per rappresentare un problema. Il mondo diede così l’addio a colui che diventò presto leggenda.
Il vero coccodrillo:
Muore a 42 anni, in un violento incidente stradale sul lungomare a sud-est di Santa Barbara, il regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau, alla nascita Friedrich Wilhelm Plumpe. Padre dell’avanguardia cinematografica denominata “Kammerspiel”, ha diretto numerosi film prodotti in Germania e poi a Hollywood, tra cui i più importanti sono Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, 1922), L’ultima risata (Der letzte Mann, 1924), Faust (1926), Il nostro pane quotidiano (City Girl, 1930), Tabù (Tabu, 1931).
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