IRA . Racconti da Kepler
Prometeo sta nascendo
In 11 Marzo 2016 da Il ViaggiatoreSono qui per presentarvi una suggestiva uscita letteraria. I romanzi sono una novità, qui, in Inghilterra, agli albori del XIX secolo. Tempo di romanticismo, appunto. E che questo sia un romanzo gotico non c’è dubbio. Che sia un misto di orrore, sovrannaturale, “dottrine” romantiche e mitologiche nemmeno. Ed ecco che Mary Shelley l’ha pensato, creato e dato all’Inghilterra, questo Prometeo moderno. Ecco che ci presenta il suo Frankenstein.
Non abbiate paura, è solo un libro. Già, solo. Ma si sa che un libro ha il potere il cambiare le cose, e chissà, forse un giorno questa vittoria della scienza sull’uomo si concretizzerà. Ma andiamo per gradi, perché nessuno ha ancora potuto conoscere Frankenstein e la sua spaventosa creatura, visto che il libro Frankenstein, o il Prometeo moderno sta proprio per popolare le librerie, oggi 11 marzo 1818, dalla piccolissima casa editrice londinese Lackington, Hughes, Harding, Mavor & Jones.
Lo sfoglio fra queste mura che sanno di inchiostro, perché la Shelley me l’ha fatto leggere in anteprima, dice che porat fortuna. Ve ne racconto un po’?
Il Dottor Victor Frankenstein è un eccentrico scienziato, la cui infanzia è segnata dalla morte della madre. Dolore che si trasforma nell’ossessione di creare l’uomo perfetto, indistruttibile e quindi immortale. Ce la fa, lo crea con pezzi umani. Ma la creatura non è umana, è un mostro che disgusta il suo stesso creatore.
Cos’è umano?, pare sentire dalle pagine del libro. La creatura uccide, si vendica. Questo non è umano. O lo è così terribilmente da non volerlo considerare tale?
E cosa vuole dirci Mary Shelley, questa scrittrice che ha per anni curato le edizioni del marito, il poeta Percy Shelley; figlia di due filosofi, William Godwin e Mary Wollstonecraft? Moglie e figlia di persone illuminate: non ci stupisce che abbia scritto un libro ricco di immaginazione. Ma c’è più di questo in “Frankenstein”.
Mary Shelley lascia a noi molte risposte e molte ce le lancia come tante immagini surreali. L’emarginazione del diverso. La corsa verso il modernismo e le grandi invenzioni che qui, oggi (o forse anche da voi laggiù, nel 2013?) sembrano assumere un significato intrinseco vitale. La ribellione verso il proprio “creatore” che tocca corde addirittura mistiche. C’è una speranza che sembra già una sconfitta. E così il gotico si trasforma perché tutto ha in sé molti altri significati.
L’opera della Shelley è unica, la moglie e figlia di illuminati è cresciuta e ha dato origine al suo capolavoro. «Il mondo per me era un mistero da scoprire. Curiosità, bruciante volontà di impadronirmi delle leggi segrete della natura, e una felicità vicina all’estasi quando esse mi si svelavano: queste sono le prime sensazioni che riesco a ricordare».
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