SevenStories
Videotape
In 1 Maggio 2023 da Debora BorgognoniIl racconto vincitore di SevenStories – Levi’s Strauss
di Cristina Biolcati
Monica si alza nella luce del mattino e apprende che Alex è andato via dalla voce muta degli oggetti, di cui intuisce il vuoto. E da quel letto freddo dove lei si trascina come se dovesse a tutti i costi trovare qualcosa che ha perso.
La sola risposta possibile, per ricominciare esattamente dal punto in cui lui ha lasciato, sono quei jeans scoloriti e appoggiati alla sedia, che l’uomo ha dimenticato.
«Li portava anche John Wayne», le diceva quando Monica gli faceva notare che i Levi’s Strauss forse erano un pochino fuori moda.
«John Wayne si vantava di essere un uomo feo, fuerte y formal. Ovvero, brutto, forte e gentile».
«Perché brutto?», allora gli chiedeva lei.
«Non so», rispondeva lui, lasciando un alone di mistero.
«Eppure aveva successo con le donne».
«Non confondere la bellezza col fascino. È un’altra cosa».
Alex tornava dal lavoro, portandole dei film. Sentieri selvaggi su tutti, dove puntualmente le faceva notare che l’attore indossava gli amati blue jeans.
Monica adesso si concentra sui ricordi che l’attraversano, setacciando nelle conversazioni la storia della loro relazione. E questo rende ciò che resta speciale.
Alex era il suo eroe, che l’avrebbe sempre salvata dal pericolo. E a tratti Monica prova la sensazione di entrare fisicamente nella storia, farne parte, di poterla cambiare. Trascinarla dove vuole, decidere delle sorti della vicenda a discapito di chi l’ha scritta.
Prova persino la sensazione di poter correggere la propria vita, per esempio utilizzare un film come pretesto per catturare, non lasciare andare più.
Mentre ci riflette, si rende conto che di Alex non sa nulla, perché nulla gli ha domandato che non fosse una pura finzione letteraria. Potrebbe essere una proiezione della fantasia. Forse è una costruzione ideale che Monica ha allestito per scampare alla noia, all’assenza di contatto umano, e questo è il motivo per cui comincia ad affollare i suoi pensieri ora che Alex di nuovo non c’è.
Eppure, proprio quando ha perduto la speranza, nell’attesa ipnotica tra finzione e realtà, nel momento in cui lei si convince che il racconto sul film l’abbia sedotta e abbandonata, il flusso delle cose l’avvince con un’immagine che sembra reale.
Alex spunta da dietro un albero, proprio come accade a volte sullo schermo. Quasi la stesse aspettando da allora. Si avvicina e le sfiora le labbra con le labbra.
L’assenza di Alex poi crea un senso di ansia diffusa, una vera e propria mancanza fisica. Forse è così che si manifesta il destino, riflette Monica.
Nel film della sua vita c’era già scritto il nome di lui, si trattava di arrivare a quel momento per scoprirlo. Scorgere la bellezza di camminare con qualcuno al fianco, condividere esperienze e scelte decisive.
Poi resta solo il silenzio. Il silenzio.
Monica sente di avere sbagliato tutto, di aver provato tutto.
Inebriata dalla sensazione di precarietà, le pare che loro due stiano danzando. Lui nel suo costume da cowboy, coi Lewi’s addosso, e lei mezza nuda. Che gli chiede di portarla via.
Ha ritrovato la fiducia di essere di nuovo in pista e di ballare per l’eternità. Di morirci, ballando.
Così tutto ha inizio e tutto finisce, nel sottofondo dei tamburi dei nativi che si leva al cielo, mentre Alex incombe sulla figura della giovane fidanzata, come un angelo enorme. Gli amuleti si animano, per opera degli stregoni.
Invece il rito termina e nulla succede.
Quando un giorno rincasa, Monica raccoglie la lettera. La avvicina a sé, per stanare gli odori dai pori della carta. Sul timbro si legge a malapena il nome del posto da dove arriva. La donna lo decifra piano, con pazienza. Se lo immagina all’altro capo del pianeta, il suo uomo. A torso nudo, in una notte rovente e infinita.
«Mi manchi tanto, vieni a cercarmi», conclude lui, sulla carta. Subito prima della firma.
Quando il sole scivola, sporcando la città di ombre, Monica percepisce in fondo all’anima che deve andare. Nella valigia anche i Levi’s Strauss, quelli che indossava John Wayne.
VINCITORE
Cristina Biolcati
TITOLO
Videotape
La motivazione della Giuria è la seguente:
Il continuo rimando realtà-finzione ci fa diventare spettatori e personaggi di una pellicola. E ci accorgiamo, infine, di essere noi gli attori che attraversano la quarta parete. Siamo noi che idealmente spieghiamo al lettore -quindi a noi stessi- che la protagonista vive una dimensione onirica, nata e cresciuta intorno a un simbolo che, nell’immaginario collettivo, è invece permeato di concretezza: un paio di jeans Levi’s Strauss.
Biografia dell’Autore in un Tweet:
Nata a Ferrara, ma padovana d’adozione, ama scrivere racconti.
Post Views: 35
Navigazione
- HOME
- AltreStorie di Neó
- IO E IL DOTTOR ZETA, LA RAGAZZA ICS ED IO
- SOSTIENI SEVENBLOG!
- NEWS
- LETTERATURA&SOCIAL
- CRONACHE DA SOTTILIA
- CATTIVICONSIGLI
- LE STORIE DI MICHELANGELO
- EMPATICAMENTE
- I Podcast
- AudioRacconti
- SPECIALE QUARANTENA
- SEVEN BLOG
- AREA MANOSCRITTI
- CHI SIAMO
- CONTATTI
- Privacy Policy
- SOSTIENI SEVENBLOG!
Consigli
Articoli recenti
- I miei pensieri (su di te) 26 Novembre 2024
- Brassaï. L’occhio di Parigi 14 Novembre 2024
- Giancarlo: ballo con i canguri e sono felice 31 Ottobre 2024
- Le uova mimosa che fanno discutere 30 Ottobre 2024
- Ciminiere 29 Ottobre 2024
Lascia un commento