Le storie superbe . SUPERBIA
Kafala
In 27 Novembre 2022 da Gianluca PapadiaGianluca Papadia
La baraccopoli affollata è nascosta nel deserto, lontano dalle luci sfavillanti del lungomare.
Le stanze sono piccole, sporche e senza finestre, ogni posto letto è delimitato da teli e gli effetti personali vengono conservati sotto al letto.
Lo stipendio è di 1000 riyal al mese e, visto che è compreso anche vitto e alloggio, riesco a mandarlo tutto alla mia famiglia in India.
Nel mio paese non c’è lavoro ma per fortuna qui esiste ancora la kafala, un sistema antichissimo che regola il diritto del lavoro per gli stranieri nel mondo arabo.
Quando sono arrivato qui, ho consegnato il passaporto al mio sponsor. È lui che mi ha fatto da garante presso il mio datore di lavoro. È grazie a lui che riesco a mandare questi soldi alla mia famiglia.
Tutte le mattine, all’alba, un vecchio autobus ci accompagna al cantiere. Quaranta minuti di viaggio tra le dune nel deserto per raggiungere la costa. Se non viaggiassimo in piedi, tutti stretti uno all’altro, riuscirei anche a dormire ma il caldo asfissiante non aiuta. Il deserto di giorno è caldo come l’inferno.
Dopo un turno di lavoro di sedici ore, lo stesso autobus sgangherato ci riporta ai nostri alloggi fatiscenti.
Nel viaggio di ritorno, nessuno ha sonno, nonostante la stanchezza che piega in due la schiena.
Nel viaggio di ritorno, preghiamo tutti insieme.
Una preghiera per tutti i fratelli che non ce l’hanno fatta.
Nel viaggio di ritorno, stare così ammassati non ci pesa: il deserto di notte è buio e freddo come la morte.
(ADV)
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