Le storie superbe . SUPERBIA
Sesto Senso
In 20 Febbraio 2022 da Caterina LevatoEra stata trovata in un cestino, al bordo del bosco, era stata accolta come un dono, cresciuta come una vera figlia e Vera era il suo nome. Sin da piccolissima, però, percepiva di non essere come gli altri bambini, aveva un udito finissimo, una vista molto acuta e un intuito eccezionale nel decifrare le emozioni degli altri. Aveva imparato molto presto che queste sue doti spaventavano gli altri bambini, tanto che la mamma la rimproverava e le raccomandava di smettere di dire bugie. Per quieto vivere Vera si era convinta che fosse meglio mentire. Ma non era una vita facile percepire tante cose, conoscere gli altri più di quanto fosse dovuto e celare tutto nel suo cuore.
Triste e scontrosa passava il suo tempo lontano dagli altri riparandosi, per quel che poteva, dalla forza dei suoi doni. A volte si arrabbiava con sé stessa e dava la colpa della sua misera vita a quel nome che le era stato dato, era un paradosso per chi, per difendersi, si nascondeva dietro mille bugie. La sua solitudine le attanagliava l’anima, ma non aveva altro modo per proteggere se stessa.
Spesso si inoltrava nel bosco in preda alle sue angosce e, una sera, si perse. Cercò di orientarsi con l’aiuto della luna, che splendeva tonda e maestosa, ma niente da fare. Sentiva che l’ago magnetico delle sue sensazioni era impazzito, che i suoi sensi così perspicaci l’avevano abbandonata. Girovagando nella disperata ricerca di una via certa si ritrovò all’interno di un cerchio di pietra, voci e immagini presero forma, un canto monotono e greve si fece sempre più chiaro e la trasportò indietro nel tempo. Vide nascere una bimba e ascoltò il pianto di una madre, vide se stessa in un cestino al bordo di un bosco; comprese il dolore di un abbandono, il desiderio per la propria creatura di una vita normale.
I doni di Vera, però, la riportavano alle sue origini ad un destino che niente poteva cambiare. Pian piano le immagini sfumarono, il canto si spense e, sotto i raggi di una luna venata di rosso, Vera giurò a se stessa che sarebbe tornata nel mondo delle guaritrici a cui di diritto apparteneva. Tornò a casa, diede un bacio sulla fronte alla donna che l’aveva cresciuta e sparì nella notte.
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