GOLA . RicetteColtePerché la gola è un problema di rigidità
La pepatissima carbonara per Carlo Danieli
In 9 Giugno 2021 da Fabio MuzzioPerché la gola è un problema di rigidità
La prima notte del Dottor Danieli, industriale, col complesso del… giocattolo, è un film girato nel 1970 da Giovanni Grimaldi, cineasta e sceneggiatore di lunga carriera con all’attivo qualche musicarello ma soprattutto diverse pellicole comiche e parodistiche con protagonista Totò, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e Lando Buzzanca che ha diretto anche in James Tont operazione U.N.O. insieme a Bruno Corbucci. Talvolta, come autore, si è firmato Jean Grimaud e non ha disdegnato, soprattutto nell’ultima parte della carriera, qualche pellicola che rientra nelle sexy commedie dove comparivano i primi nudi femminili, proprio come per questo La prima notte del Dottor Danieli… e un altro cult come La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono, con cast composti da grandi attori del nostro cinema e teatro.
Alcune pellicole, riscoperte grazie a canali tematici che li hanno riproposti, meritano di essere rivalutate come fotografie di una stagione di cambiamenti e le prime avvisaglie di quei B-Movie che spingeranno maggiormente sui doppi sensi da avanspettacolo per non dire da bar. La prima notte del dottor Danieli già si spinge oltre, lasciando poco all’immaginazione, l'”abat jour” che non si accende per colpa della “presa” rappresenta uno dei richiami del problema legato al “giocattolo”: se il dialogo riguarda una suocera, Virginia (Françoise Prévost) e un medico (Saro Urzì) (il famoso Brusco della saga di Don Camillo e Peppone) il “giocattolo” in questione è quello di Carlo, che ha la fisicità e maschera di Lando Buzzanca, che in quegli anni ha incarnato, giocando in casa, il tipico siciliano “femminaro”, come direbbe Salvo Montalbano dell’amico e collega Mimì Augello.
Il film ruota sul blocco sessuale: da grande frequentatore e seduttore di donne, non disdegnando anche le prostitute, il nostro Carlo Danieli ha un problema, quello di non riuscire a consumare con la bellissima moglie Elena (Katia Christine) che rivendica con orgoglio di essere ancora vergine in un’epoca nella quale non è più un valore. E se la madre contrappone le sue doti amatorie Elena sottolinea che l’essersi conservata pura come regalo di nozze non significa che non potrebbe comunque farla impallidire. E se l’alto voltaggio che rivendica Virginia, in grado di fulminare ben tre mariti, il confronto si complica con Laura (Ira Fürstenberg), amica di Elena che, dopo una delusione d’amore ha collezionato il calendario dei nomi maschili. Ma lei ha un problema: un marito, Federico, che sebbene abbia ben 28 anni più di lei è un instancabile amatore (“un martello pneumatico”) tanto da renderla esausta.
Il contesto del pettegolezzo, tipico di una certa società e cultura, diventa l’introduzione al film e poi il sottofondo della narrazione, tanto che a sapere del “blocco” ci sono pure i dipendenti dell’hotel dove i neo sposi soggiornano. In questa caso la soluzione c’è: le virtù miracolose dell’acqua Pozzillo con cui sistemare le cose, anche se il tutto è frutto più di un problema psicologico che fisiologico. E così, l’industriale delle patatine Flock supererà alla grande la prova come sempre gli è capitato.
Prima della soluzione vi sono tuttavia tentativi: massaggiatrici, balli seducenti e tanto altro, tuttavia, in genere, si va sul sicuro con qualcosa di afrodisiaco, e cosa può esserlo? Il pepe e il peperoncino, che verranno proposti a pranzo al buon Carlo seppur il ristorante sia di pesce. Il cameriere, un altro che sa, sottolineerà che la carbonara servita è pepatissima perché è utile a… digerire.
E adesso, passiamo alla ricetta.
Ingredienti per 2 persone
- Spaghetti 240g
- Guanciale 80g
- Uova 3
- Pecorino 40g
- Pepe
- Sale
Procedimento
La carbonara, tipica pasta romana, è tanto facile e veloce da preparare quanto controversa negli ingredienti e frutto di innumerevoli discussioni tra i puristi e chi, nel corso degli anni, hanno utilizzato altri ingredienti in alternativa o aggiunta a quelli canonici. Da eventuali contestazioni o dibattiti siamo i primi a rifuggire, perché, per quanto si possa essere sempre attinenti alle ricette originali, il nostro intento è ricordare una produzione cinematografica, seriale o letteraria. Dalla doverosa premessa, arriviamo alla preparazione che immagino ampiamente conosciuta e che comunque risente di una minima variazione personale.
Il guanciale: taglia fette non troppo sottili e poi tagliale a strisce. In una padella antiaderente riscaldala fino a renderla leggermente croccante.
Le uova: ne ho scelte tre, magari grandi da sbattere bene in una ciotola: potresti anche eliminare due albumi e tenere solo un uovo intero ma dipende anche dai gusti. Quando sono belle liquide aggiungi il pecorino (la quantità degli ingredienti esclude l’aggiunta finale) e amalgama bene aggiustando con un pizzico di sale e una buona macinata di pepe (consiglio di evitare la quantità più elevata per il buon Danieli e che lo costringe a non consumare tutto il piatto perché “Ho la bocca come il collarino di una scimmia“.
In una pentola con acqua salata porta a cottura gli spaghetti al dente.
In una ciotola versa la pasta, attendi qualche secondo che raffreddi leggermente così da non far rapprendere le uova e il pecorino che verserai sopra. Mescola bene gli spaghetti e aggiungi il guanciale compreso il grasso sciolto che avrà creato la cottura precedente. Puoi mettere nel piatto la tua carbonara ma non dimenticare una generosa dose di pecorino per completare la ricetta.
In alternativa al pecorino puoi utilizzare il parmigiano.
(ADV)
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