GOLA . RicetteColte
Il margarita frozen di Rick Dalton
In 11 Gennaio 2023 da Fabio MuzzioBranco di luridi hippie di merda
Rick Dalton vedendo dalla finestra Tex, Sadie, Linda e Katie
Di C’era una volta a Hollywood, l’undicesimo film di Quentin Tarantino, si è già scritto molto e, come ogni opera firmata dal Maestro di Knoxville, è diventato un cult.
Come si sa la pellicola del 2019 è l’ultimo capitolo, dopo Bastardi senza gloria e Django Unchained, della trilogia dedicata e ispirata a quelli che, in modo anche un po’ spregiativo sono stati definiti “spaghetti western”; questo genere è da sempre “sacro” per Tarantino che non manca di citare, all’interno della sceneggiatura, anche il nostro Sergio Corbucci, senza dimenticare che in quel “C’era una volta” c’è il riferimento a due capolavori di Sergio Leone.
La struttura prevede un film corale con un cast che in altri tempi si sarebbe definito stellare: da Leonardo di Caprio a Brad Pitt (che assomiglia sempre di più quasi non a caso a Robert Redford), da Margot Robbie a Margaret Qualley, da Dakota Fanning a Francesca Capucci, da Al Pacino a Kurt Russel fino a Luke Perry all’ultima interpretazione per la prematura scomparsa. Non si offenda chi non ho inserito nell’elenco davvero sterminato.
Nel 2020, l’anno soprattutto di Parasite ma anche di Irishman, C’era una volta a Hollywood è stato candidato a dieci Oscar® portandone a casa due, con Brad Pitt, Miglior attore non protagonista e con Barbara Ling e Nancy Haigh per la scenografia.
Senza addentrarsi troppo nella storia di un attore in declino, Rick Dalton interpretato da Di Caprio e dello stuntman suo tuttofare Cliff Booth interpretato da Brad Pitt, riscrive uno degli episodi più tragici e inquietanti che si sono legati al mondo del cinema U.S.A. con un clamore a livello mondiale: il massacro di Cielo Drive, dove il gruppo capeggiato da Charles Manson uccise cinque persone tra cui Sharon Tate (qui è Margot Robbie a interpretarla), incinta di otto mesi, e allora moglie di Roman Polansky, che compare nella storia con altre star dell’epoca come Steve Mcqueen, Bruce Lee.
Siccome non è una recensione del film ma dobbiamo arrivare velocemente alla ricetta segnalo alcune curiosità che appaiono una costante della cinematografia tarantiniana: il feticismo del piede, spesso sporco e in primo piano, che ci permette di far “ammirare” ai cultori di queste parte femminile quelli di Robbie, di Qualley, di Fanning e di Capucci (che cammina lungo un corridoio dell’aeroporto come capitava a Jackie Brown. A onor del vero nel film non mancano nemmeno inquadrature dei fondoschiena, in particolare di Robbie e Qualley. Una delle altre costanti è la presenza dello stesso Tarantino: questa volta compare sollo come voce fuori campo dello spot delle sigarette Red Apple ma, ovviamente, il doppiaggio italiano non permette questa “chicca”. Una piccola casualità, visto l’elenco degli accreditati per il ruolo che poi via via rifiutano o non vengono scelti vi è che Pitt è stato protagonista del primo film della triologia, Bastardi senza gloria, mentre Di Caprio lo è stato di Django Unchained.
La scena culminante non può che essere cruenta ed esasperata e rimane un classico che ti aspetti per l’immancabile duello finale.
Che dire, tra le tante sigarette, compresa quella determinante all’lsd e il tanto alcol abbiamo un ritratto di un mondo di luci e ombre di successi e declini e di un fine decennio con la solita impeccabile ricostruzione filologica, fatta di citazioni e inserti di film, di canzoni e la fondamentale scansione temporale degli eventi che avranno una però diversa evoluzione storica, volendo forse essere il desiderio di evitare quanto accadde.
E la ricetta? Avete ragione, siete qui per questo: Rick Dalton si prepara il Margarita Frozen, diciamo in quantità industriale, prima di rilassarsi in piscina, ignaro che si scatenerà l’inferno.
INGREDIENTI
- Tequila 60 ml
- Triple Sec 30ml
- Succo di lime 30ml
- Sciroppo di zucchero 20 ml
- Ghiaccio 8 cubetti
PROCEDIMENTO
Questo cocktail si presta soprattutto ai momenti più caldi dell’estate vista la presenza caratterizzante del ghiaccio tritato. Come spesso accade la primogenitura è incerta sebbene sarebbe risalente agli inizi del secolo scorso. Ha avuto un grande successo negli anni Trenta e ancora negli anni Cinquanta. Curiosamente la versione con il ghiaccio tritato la si dovrebbe a Mariano Martinez, proprietario del Mariano’s Mexican Cuisine di Dallas e inventore della macchina per realizzarlo. Rimaniamo però alla versione di C’era una volta a Hollywood con Rick che lo prepara con il frullatore.
Per quanto riguarda la Tequila scegli quella che preferisci e mettila nella quantità indicata insieme a un Triple Sec, un liquore aromatizzato all’arancia (volendo puoi usare il Cointreau), al succo di lime e allo sciroppo di zucchero; completa con il ghiaccio e frulla alla velocità massima per alcuni secondi fino a ottenre una granita.
Versalo in un calice da Margarita con i bordi con il sale e decora con una fettina di lime.
Le dosi sono per un cocktail e non per l’intero bicchiere del frullatore come prepara Rick.
Vale, come sempre, il solito consiglio sul consumo responsabile.
(ADV)
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