LUSSURIA . Une Chanson en Enfer
Melanie
In 13 Novembre 2021 da F.G. SimonISPIRATA A MINA – SOGNANDO – DI DON BACKY
Per tutti i criceti che amano fare raccolte di capelli
e per tutti i sonnamboli lucidi di un sistema del cazzoCittà di Eva, Santo-Manicomio femminile
Campo visivo di Melanie-la-poetessa:
Sul filo di una gabbia-poltrona, una pazza che canta la ninna nanna e, nel buio, le braci di una sigaretta aspirata, e falene che svolazzano attorno al fuoco, e uno strano rimbombo che risucchia le mattonelle-aspartame, e una donna-crisalide che spalanca le mani per afferrare il pizzo di una ragnatela che pare una cascata di spose tutte annodate assieme, e il pugno della pazza-ninneggiante-di-prima, che batte sul seno, e schianta la voce contro l’ombra di una credenza dell’angolo-più-sinistro-di-tutti-gli-angoli, e poi il grammofono fantasma e l’odore di una musica che sa di mamma-vinta, e i capelli gracili sul classico cuoio capelluto di una strappata-alla-vita, e un naso, incassato nel volto di una cicciona, con le narici che pigolano come le rotelle di una poltroncina rotta, e il fumo, dappertutto, che brilla traslucido.
Dialogo di Melanie-la-poetessa con se stessa:
Delle volte mi sento in una tappezzeria di Bill Gibb, è mezzogiorno, aspetto che ritorna Louis dalla fabbrica-di-tappi-di-sughero, l’anatra è pronta, e qualcuno è sceso in cantina a festeggiare il compleanno degli aborti spontanei, a proposito, proprio ieri mi si sono strappate le ali, è stato come quando si rompono le acque. E perché, ti si sono mai rotte le acque? Beh, sì, credo, e il dottore ha detto che ho appena partorito una bella bambina di nome Camille. E dove si trova ora? Che ne so, però, ti dicevo, che mi si sono strappate le ali, e quindi non posso proprio più volare. Mi dispiace per te. Non fa niente, ho solo paura del buio. E perché? Ecco, il buio è come il niente, è come se il tuo campo visivo venisse mangiato da puntini neri, che poi rosicchiano le palpebre, le pupille, e poi vanno a finire nel cervello, e diventi come lo schermo di una televisione analogica che perde il segnale, oh, scusa se faccio il segno della croce, il dottore mi ha detto di farlo tutte le volte che penso al buio, perché il buio è come il niente, e il niente è come non esistere, invece il dottore dice che io esisto, cioè esisto tutta con tutte le parti del corpo, tranne questo, vedi? No, non lo vedo. Non lo vedi perché non c’è. E allora, che c’era prima di non esserci niente? Beh, il mignolo. E che fine ha fatto? Non lo so, so solo che Camille dorme in un letto di fiori. E chi è Camille? Quella che faceva le smorfie proprio come me, era come guardarmi allo specchio, uno specchio deformato, certo, che fa vedere alla moviola la tua faccia, e le sorridevo, capisci? No, mica ho capito, hai da accendere? Ho smesso da quando il dottore m’ha detto che le Chesterfield qui non si trovano, e io fumavo solo Chesterfield, e mi sentivo stanca perché Camille piangeva troppo, insomma sì, l’hai capita, tu, la storia del cuscino? No, spiega. Beh, in realtà non l’ho capita nemmeno io, so solo che c’era una ninna-nanna, e c’era una donna mezza matta, sai di quelle che assomigliano a un ritratto cubista, col volto scomposto, un occhio frontale che guarda pure di lato, e c’era un suono-tipo-schizzi-di-vetro. Questa non l’ho capita. Beh, tutto però aveva il suo perché, capisci? Lo sfondo uguale al volto della donna cubista, il giallo che si intonava con il vaso, e le camelie fresche, e i giocattoli rosa, poi mi ricordo di Penny, che sì, insomma, è rotolata per terra. E chi cazzo è Penny? Era una bambola di pezza, credo, o un orsetto, credo, che ne so, hai una Chesterfield? No, che non ce l’ho. È che ho la gola secca, ieri mi si sono strappate le ali, e non posso volare. E allora? Beh, se non posso volare, non posso andare a trovare Camille. Io continuo a non capire, dove si trova Camille? Beh, scusa se non ti rispondo, il dottore dice che è normale perdersi nel buio, Camille, per esempio, era un po’ arrabbiata con me, quando è salita. Salita? Beh, tutti i bambini salgono dopo che… Che? Louis ha visto per primo, sai? Oh, non guardarmi così, fatti un segno della croce, che vedi, io me lo ricordo Louis, aveva gli occhi sbarrati, e stava sulla porta, e tremava, e il cuscino m’è scivolato dalle mani, e anche Camille m’è scivolata dalle mani, e non respirava più… Sicuro che non ce l’hai una Chesterfield?
La canzone:
Mina - Sognando - di Don Backy
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