DiarioXY . LUSSURIA
Un giro di brugola
In 23 Gennaio 2021 da Chiara MenardoἘν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.
πάντα δι’ αὐτοῦ ἐγένετο,
καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν ὃ γέγονεν.In principio era il Verbo
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.Giovanni, 1 – 6
Io, noi, voi, essi: soggetti, soggetto. In principio era il Verbo, la Parola, il Logos. Quale, ve lo siete mai chiesti?
Indovinate un po’: non ce la farete mai, e io non ve lo dico di certo.
Va be’. In ogni caso.
Illustrissimi, carissimi, salve…
Metteteci quello che volete, va comunque bene. “In principio era…” dicevate? È, suvvia. Il principio non ha inizio né fine: come me. Il principio è il Verbo, ogni istante un inizio. Dai, così non è meglio?
E va bene, ammettiamo che abbiate ragione voi, esserini minuscoli che vivono su una palletta minuscola perduta in un angolo di un universo enorme, grandissimo, immenso, uno tra i tanti, circondati da altre pallette minuscole popolate da altri miliardi di esserini minuscoli, ciascuno ignaro dell’esistenza dell’altro.
Ammettiamo che all’inizio fosse il Verbo. E poi il Verbo abbia deciso di Essere, di mutare e dare il via a tutto. Tutto quanto. A ogni singola palletta perduta in ogni angolo degli infiniti universi. A ogni singolo esserino che popola quella singola palletta perduta nell’angolo del suo cosmo.
Sono comunque, ovunque, chiunque. Grande e minuscolo; passato, presente e anche futuro; tutto e niente; familiare e straniero; alieno e intrinseco.
In ogni fibra di qualunque cosa sia, da nessuna parte. Immanente, imponente, onnisciente: a voi tentare di definirmi e io lo so benissimo che ci avete provato, che tentate ogni istante. Non c’è momento in cui non ci sia qualcuno, in qualche angolo remoto dei tanti universi, che non si chieda chi io sia, se ci sono, come sono fatto, fatta, fatt… insomma, questo lo potete capire, credo.
Suggerimento: non ce la farete mai.
Magari è anche un poco frustrante, ma non vi è dato.
Se no sareste Me. Invece, siete voi, e di mio avete solo una piccola, infinitesima scintilla minuscola: l’eco diluita di quel momento distante che vi ostinate a chiamare il principio.
Il principio è il Verbo, e tutto quello che segue. Non mi chiamo Dio, iniziamo da qui. Ma va bene lo stesso. Il nome non è poi così importante: vorreste un nome unico, univoco, che vada bene per qualsiasi esserino che popola una qualunque dei miliardi di pallette che affollano i cosmi? Ma state scherzando?
Ah, il cosmo, l’universo, tutti i suoi miliardi di nomi, uno per ogni palletta: l’ho fatto io. Io l’ho voluto, ho dato il calcio d’inizio e ho guardato il risultato. Non è venuto bellissimo? Buio e luci che si rincorrono, gas luminosi e schiocchi che durano un istante solo, sassi in movimento, espansioni e contrazioni continue, fruscii e silenzi, come il ritmo di una musica che segue leggi tutte sue.
Come me, che seguo leggi tutte mie. Sono stato il Verbo, poi ho voluto che fosse. Posso fare un po’ quello che voglio, no? Dopotutto, io ho deciso di essere. E poi eccolo lì, tutto il resto. Provateci voi, se siete capaci.
Spoiler: no.
In fondo a destra, laggiù in periferia, pensano che io non ci sia, non esista, non si sono mai posti il problema. E laggiù in quella palletta lì, dove non si domandano nemmeno perché non pensino a me, non è che vivano male, per carità. Non sono diversi dagli altri. Non sono poi così diversi da voi, esserini minuscoli e buffi che invece, vi siete posti la domanda e dati una risposta. Che, in realtà, non è neanche giusta. Perché, in fondo, non ci potete arrivare, alla risposta corretta: non siete attrezzati, ecco. Niente di personale, però il succo del discorso è tutto lì.
È stato un attimo di noia, diciamo. Ok? Non sapevo che fare, subito dopo aver deciso di Essere. Mi sono detto: e adesso?, e via, un giro di brugola ed è così che tutto è cominciato. Mi sono seduto a osservare le evoluzioni e continuo ancora adesso a tenere tutto sott’occhio, come se stessi guardando, da miliardi di anni, un film infinito.
Tutto di tutto: perché, diciamocelo, io posso e voi no. Rassegnatevi.
Ehi, non è che ci avete creduto? Dai, non è vero. Non l’ho fatto per noia. Quando si è Me, il Tutto di Tutto, l’immensamente grande e l’infinitamente piccolo, di certo non ci si annoia. Scherzo, suvvia, sto scherzando!
Perché io so, lo so bene, che in ogni singolo istante c’è qualcuno, in una dei miliardi di pallette sparse qua e là per il cosmo che si domanda perché hai fatto tutto questo, perché ho fatto lui, o lei o l… insomma, ci siamo capiti. E perché l’abbia fatto così, voluto così, oppure cosà, e perché io permetta gli eventi, “e sono stato sempre corretto, ti ho rispettato e invocato e amato, idolatrato, pregato, cercato, eppure adesso guarda cosa mi è capitato…”
Dunque, allora, chiariamo una cosa: già che ci siamo, ne approfitto.
Io ho dato il primo giro di brugola. Certo, sapevo cosa sarebbe successo, da quell’istante in poi. Ero Verbo, poi Essere, poi un cacciavite e via, l’ingranaggio è partito.
L’ingranaggio comincia ogni istante, e in ogni istante si ferma. Negli innumerevoli inizi e nelle innumerevoli fini che osservo, che io ho provocato e voluto, c’è il tutto e c’è il niente. Esseri piccoli piccoli, che assillate voi stessi con mille domande che non hanno, non possono avere risposta, che mi fate dire cose che non ho mai detto, mi attribuite pensieri che non ho mai pensato, o che sì, certo, ho pensato ma non così semplici, strumentali, rudimentali… via, miei esserini minuscoli, non datevi pena, non parlate per me, a mio nome, non fatelo. Non lo sapete, non potete sapere chi sono e perché, e cosa io voglia da voi – sempre che io voglia poi qualcosa da voi. Non è che ne abbia bisogno, per dire… –
Forse, e questo magari ve lo posso dire, una cosa io la vorrei: che siate belli come gli universi che ho fatto. E lo siete, davvero, tutti voi, nelle vostre innumerevoli forme e sistemi, nelle miriadi di evoluzioni possibili che avete percorso, un passo alla volta. Soprattutto, siete splendidi quando non mi tirate in mezzo.
Mica vi ho pensati per restare aggrappati ai miei bordi.
Navigazione
Consigli
Articoli recenti
- Sette automobili tratte dai film italiani 26 Aprile 2024
- Lo sbarco di Anzio dal vivo 19 Aprile 2024
- Armando Testa 12 Aprile 2024
- Fantasia! 9 Aprile 2024
- Storie d’amore 2 Aprile 2024
Lascia un commento