
Le opinioni superbe . SUPERBIA
Le sette citazioni (forse eccessive) tra cinema e TV
In 26 Dicembre 2021 da Fabio MuzzioI giapponesi nel corso degli anni hanno raccontato e rivisto di tutto e di più e pure la mitologia greca: Hideo Azuma si inventa una bambina bionda con i riccioli e figlia di Apollo con il sogno di diventare una dea e la chiama Pollon. In realtà tra Eros senza mutande, Zeus che insegue tutte le ragazze soprattutto giovani, Era, pettegola e vendicativa con un vestito rosso succinto e le calze a rete, Afrodite ovviamente bellissima e seducente, più tutto il resto, ne esce un racconto divertente e ironico (e non banale) il tutto condensato in 46 episodi da trenta minuti. Se l’originale, realizzato tra il 1977 e il 1979 ha il titolo オリンポスのポロン (Pollon del Monte Olimpo) in Italia arriva nei primi anni Ottanta con il titolo di C’era una volta… Pollon e la sigla Pollon, Pollon combinaguai immancabilmente cantata da Cristina d’Avena. A doppiarla è Liliana Sorrentino (che era pure la voce di Joanie “Sottiletta” Cunningham in Happy Days) e non mancava mai in ogni puntata, dovendo guadagnare le monete per il salvadanaio magico per raggiungere il suo sogno, di risolvere le situazioni complicate spesso con l’aiuto di una polverina magica che qualche dubbio sulla sua composizione lo lasciava: uno che la prova, per esempio, esclamerà “Portentosa! Mi sento di buon umore“. La formula, che si accompagnava all’assunzione era:
Sembra talco ma non è
serve a darti l’allegria,
se lo mangi o lo respiri,
ti dà subito l’allegria!Poroporopollon!

Pollon (Fonte Wikipedia)
Rimane senza dubbio il personaggio che, con le sue battute, ravviva una discussione, oppure la mette a tacere: saggia, aristocratica, più di cuore d’oro di quanto voglia far trasparire, la Contessa Madre Violet Crowley, protagonista della serie tv Downton Abbey, regala perle che strappano qualcosa in più di un sorriso. Maggie Smith veste i panni di una donna che incarna un mondo oramai solo sui libri di storia. Tutto le è dovuto, lo impone il suo status, non tollera il progresso, incarna quel snobismo nei confronti di chi un paio di secoli prima si è dichiarato indipendente: gli Stati Uniti, che sono rozzi, malgrado una nuora arrivata da oltreoceano e a tutti gli effetti una perfetta Milady inglese. La consuocera ricca anticonformista, una cugina comunque di origini borghesi, un ex chaffeur diventato marito della terza nipote: un po’ troppo. Quante ne sa Violet e il suo passato ha più di un segreto. Tra le tante battute, ne avevo salvate davvero un numero considerevole, riporto questa data al figlio Robert a proposito del rapporto di coppia e tratta dal terzo episodio della sesta stagione:
Conosco molte coppie che sono felicissime e non si parlano da anni.

Downton Abbey, terzo episodio della sesta stagione (Fonte YouTube)
Le analisi e le considerazioni sociologiche su I Simpson sono state ampiamente scritte e (forse) lette, così come le visioni sugli accadimenti futuri soprattutto degli Stati Uniti. Dopo la premessa doverosa cosa succede nell’episodio 8 della stagione 15 dal titolo La fobia di Homer quando Marge frequenta un amico omosessuale e il marito teme che il figlio Bart lo possa diventare? Segnali come il ballo con la parrucca in stile Sirene e altri atteggiamenti non passano inosservati a un padre preoccupato. E così si adopera per creare momenti che ritiene essere di assolutà mascolinità come andare a caccia o portare Bart a visitare un’acciaieria (e non mancherà la sorpresa finale). Prima, però, appare una soluzione verso l’eterosessualità: far sedere il figlio davanti a una pubblicità in autostrada con due modelle che si prendono a cuscinate e che pubblicizzano una marca di sigarette.
Dopo due ore di esposizione a questo messaggio, il buon Homer chiede a Bart quali senzazioni stia provando; la risposta non può che essere spiazzante e per lui sconfortante:
Non lo so, m’è venuta voglia di una sigaretta

I Simpson, episodio La fobia di Homer (Fonte YouTube)
Luther è una serie tv inglese targata BBC che si sviluppa su cinque stagioni e venti episodi prodotti tra il 2010 e il 2019. Il protagonista è John Luther, Ispettore Capo della Omicidi della Polizia di Londra, interpretato da Idris Elba che i cultori di Star Trek hanno visto in Beyond, il terzo film del reboot dove interpreta Krall.
Luther, istintivo e impulsivo, destabilizzato dalla separazione dalla moglie Zoey, si confronta con menti criminali astute e spesso seriali cercando di ragionare come loro per capirne il modus operandi e i possibili errori. Il gioco psicologico è interessante e perpetua lo scontro tra il bene e il male, che sono sì agli opposti, ma non per questo senza macchie o potenziali giusitificazioni.
Il confronto che continuerà è con Alice Morgan, mente prodigio e che ha ucciso i genitori uscendone innocente, con cui costruisce un rapporto pericoloso, sottile, folle tanto da entrare sia nella sua vita personale che in quella professionale.
La citazione, imvece, la riprendo dal secondo episodio della prima stagione, quando l’Ispettore deve catturare Owen Linch reduce dall’Afghanistan e manipolato dal padre Therry, a propria volta reduce delle Falkland. Entrambi appartenenti al 46mo reggimento dei Royal Marines hanno però avuto due percorsi differenti. Non svelo troppo, tuttavia, nel primo colloquio in carcere dove si trova Therry, Luther lo accoglie con una storiella emblematica.
Un giorno due alunne tornano dal catechismo domenicale e una si rivolge all’altra: “Tu ci credi al Diavolo?“.
L’altra dice: “Non essere sciocca, certo che no, il Diavolo è come Babbo Natale: è solo tuo padre“.

Luther, primo secondo episodio della prima stagione (Fonte YouTube).
La saga delle “Squadre” ve l’ho raccontata attraverso le ricette: non poteva mancarne una per nelle citazioni: ho scelto Squadra antimafia del 1978.
Il film inizia con una ragazza che si spoglia, si scoprirà essere la sorella di Venticello, distraendo un inquilino di un appartamento che la osserva dalla finestra con tanto di binocolo: nel frattempo la banda di ladri gli svuota la casa di tutto l’arredamento. Quando la vittima va a denunciare il furto, oltre a essere definito “Zozzo” e “Bellicapelli”, il Maresciallo Nico Giraldi, avendo compreso bene la dinamica del tutto, gli spiega l’esatta dinamica:
Quer corpo lì è er corpo der guardone, l’ha inventato mi zio; ‘o faceva co’ su sorella prima che se facesse monaca.

Squadra antimafia, Bruno Corbucci, 1978 (Fonte YouTube)
Un giorno di pioggia a New York è un film di Woody Allen ancora una volta con gli ingredienti che lo hanno spesso contraddistinto: la coralità, gli stati d’animo, il cinema, l’amore e la Grande Mela. Il collante è la pioggia che contraddistingue i diversi momenti della narrazione. Le coppie hanno problemi e scoprono diversi aspetti che riguardano le loro relazioni. Tra i personaggi che animano la vicenda c’è lo sceneggiatore Ted Davidoff, interpretato da Jude Law, che ha la conferma del tradimento della moglie Connie (Rebecca Hall) con il suo migliore amico. Nasce un dialogo nel puro stile di Allen con considerazioni e battute “È sempre tutto una questione di sesso, l’economia è una questione di sesso” e considerazioni sulla relazione “Ogni albergo, ogni materasso, sui sedili di ogni macchina” e non manca l’osservazione dello scrittore sul cliché del “migliore amico amante della moglie“. La battuta migliore arriva quando Connie giustifica l’amante Larry con: “Lui ti adora, si identifica con te“; qui parte la risposta degna del miglior Allen.
“Lo so: usa il mio dopobarba… e mia moglie“.

Un giorno di pioggia a New York, Woody Allen, 2019 (Fonte YouTube)
Avevi perso l’occasione di andare nello spazio ma la Nasa, avendo progettato un satelitte che è stato modificato, ti deve richiamare per istruire gli astronauti. E tu no, ricostruisci la tua squadra e alla fine nello spazio ci vai dopo che non ci eri riuscito: Tank Sullivan (James Garner) è diventato reverendo di una chiesa, Hawk Hawkins (Tommy Lee Jones) è istruttore di volo di aerei da turismo e Jerry O’Neill (Donald Sutherland) è progettista di otto volanti con tanto di lunghi capelli bianchi con coda, dentiera e fidanzata/socia molto più giovane di lui. Ma chi è il capo della squadra? Frank Corvin, vale a dire Clint Eastwood nel film del 2000 da lui diretto oltre che interpretato: Space Cowboys. Rimane memorabile un dialogo con Jerry sull’età e le possibili conseguenze della demenza senile, evidenziato dal ricordarsi tutto di quarant’anni prima, il tempo trascorso ai loro voli alla Nasa, e l’aver scordato la colazione del mattino. Alla domanda inerente il buon Frank risponde:
Dunque… vediamo… ho mangiato huevos rancheros ipocalorici solo in bianco, naturalmente, e una specie di cappuccino decaffeinato che sembrava l’avessero bollito in un sospensorio.

Space Cowboys, Clint Eastwood, 2000 (Fonte YouTube)
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