LUSSURIA . Une Chanson en Enfer
Glasg
In 12 Giugno 2021 da F.G. SimonISPIRATO A CORALINE DEI MÅNESKIN
Glasg.
Coraline che si alza dal letto. Che ha la sensazione di aver perso qualcosa. I talloni puntati sulle mattonelle, le dita dei piedi a zampetta di ragno, le caviglie dello stesso diametro di un ossobuco. Non sono più lei. Lei è assenza. Lei è Glasg.
Ora sono mia madre. Ora sono la bocca di mia madre che mente. Tu sei una ragazza speciale, Coraline. Perché, perché? Poi lo strascico delle pantofole. Che mamma deve andare da Jack. Quando c’è Jack. E il silenzio. E il sorriso di una bocca speciale.
Io.
E Glasg.
E l’assenza si ficca in un cielo a sua volta ficcato dentro una bottiglietta di spray nebulizzatore. E Coraline non è più niente. Questo perché Coraline ha paura di essere niente.
Ora sono Coraline ogni volta che mangia. Una patata lessa con un cucchiaino d’olio. Che sente tipo un grumo di capelli in fondo alla gola. Ecco perché ha il conato.
Ora sono un morso di hamburger e il grasso che goccia nel piatto. E sono la forchetta di plastica dentro una confezione Mc-family.
E sento il grumo di capelli in fondo la gola. Conato. E sento Glasg.
E il panico deve essere tenuto sotto controllo. Per questo Coraline osserva il chiodo-fisso. Per non perdere se stessa, per non vedersi nebulizzata nel cielo della sua cameretta. Preferirebbe stendere un velo sulla sua pelle. Rosso. E aspettare l’eternità-in-una-croce. Pur di non essere nebulizzata fra le particelle di O della sua cameretta. Per questo guarda il chiodo-fisso. E la cornice. E suo padre-ancora-senza-cirrosi che la prende in braccio. Anche allora, anche senza cirrosi, doveva essere uno stronzo. Questo pensa Coraline che fissa il chiodo.
Glasg.
Ora sono il sorriso di una bocca speciale. E mia madre è il sorriso di una bocca che mente. E Jack-non-mio-padre è il sorriso di una bocca che mente. Coraline che dice troppe bugie. Coraline che non mangia. Coraline che è una ragazza speciale.
Ora siamo in due. In una scuola dove non voglio più stare. La Caruso che guarda prima Coraline e poi me. La Caruso che ha gli occhi dentro un cono di luce. Il cono di luce che acceca Coraline.
E poi me.
E poi ancora me.
La Caruso dopo la ricreazione.
E i miei compagni.
Ora sono il grumo di capelli in gola.
I banchi. Le sedie che strusciano. La cartina geografica del mondo. Io che faccio finta di niente. Io che faccio tutto a pezzetti. La Caruso, le facce, il ferro, le pareti, la mappa, il mondo. Tutto. Tutto. A pezzetti. Ora sono il conato.
Che è tutto racchiuso nel Glasg. Il mostro. E Glasg racchiude tutto. Glasg è in Coraline ormai da molto tempo.
Le calorie di un cucchiaino d’olio. Le calorie di un cracker. Le calorie di una Mulino Bianco. Faccio finta di niente. Faccio tutto a pezzetti. Il tempo che si guadagna in briciole. E le calorie che si perdono. Il tempo è amico di chi fa tutto a pezzetti.
E Coraline che prova a mangiare.
Piano. Piano.
Io che faccio finta di niente. Io che faccio tutto a pezzetti. Ho la gola piena di capelli. Ho i conati.
Coraline che deve correre in bagno.
La Caruso, i banchi, le sedie, le facce dei compagni mi scivolano in bocca.
E il becco di un corvo-cacciatore che mi divora.
Glasg.
Glasg.
Glasg sa di muco. È rumore nella testa di Coraline. Tipo quando le dita sono infilate in bocca. In genere, ne bastano due per eliminare tutto-e-diventare-più-niente.
Glasg.
L’indice e il medio.
Per eliminare tutto-e-diventare-più-niente.
Glasg.
Ora sono il grumo di capelli. E il sorriso di una madre che mente. E il sorriso di Jack-non-mio-padre che mente. E due dita. L’indice e il medio. Il conato. Il vomito.
Coraline è diventata due sponde di denti gialli. Il giallo umido e lucido. Tipo per i succhi gastrici che consumano lo smalto. La testa nel cesso di casa. Lo sciacquone tirato.
E il Glasg.
Ora sono il sorriso speciale di Coraline. Ora sono schifo in fondo alla tazza del cesso. Ora sono lo schifo-speciale-che-è-in-fondo-alla-tazza-del-cesso. E conto le calorie che ho perso.
E ho tutto il potere. E il controllo. Della mia croce.
Che questo me lo ripete sempre mia madre. La sera. Un buio senza poesia. Tu sei la mia croce. E mi accarezza la testa. Che poi deve andare da Jack. Quando c’è Jack.
Ora sento l’acqua che scorre. E il Glasg. E l’acqua che schizza le corde del basso. E la voce di Damiano. E sono l’acqua che scorre. E sono la voce di Damiano. E Coraline è il mio sorriso. E Coraline che sorride di un sorriso speciale.
Io sono Coraline. E sono il ritornello di Coraline. E il mostro dentro Coraline.
Glasg.
La canzone:
Måneskin - CORALINE (Lyrics/Testo)
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