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Le fate ignoranti
In 1 Febbraio 2021 da Caterina LevatoLe fate ignoranti sono tutti quelli che vivono allo scoperto, che vivono i propri sentimenti, e non hanno paura di manifestarli. Ferzan Özpetek
Antonia, un medico specializzato nella cura dell’AIDS, interpretato da Margherita Buy, e Massimo, Andrea Renzi, sono una coppia felice, la loro è una vita routinaria, ma serena.
Purtroppo, Massimo muore travolto da un’auto e la sua morte provoca in Antonia uno stato di profonda depressione, da cui la donna è costretta a scuotersi quando, tra gli effetti personali del marito scomparso, trova un quadro, con una dedica che le fa intuire che suo marito avesse un’amante: A Massimo, per i nostri sette anni insieme, per quella parte di te che mi manca e che non potrò mai avere, per tutte le volte che mi hai detto non posso, ma anche per quelle in cui mi hai detto ritornerò. Sempre in attesa… Posso chiamare la mia pazienza “amore”? La tua fata ignorante.
Antonia scopre che l’amante di Massimo, in realtà, è Michele (Stefano Accorsi), un giovane commerciante. Tra Antonia e Michele, a questo punto, s’instaura un’amicizia ambigua, che porta la donna, che è sempre vissuta nel suo confortevole mondo borghese, a frequentare gli amici di Michele, quegli stessi amici che suo marito ha frequentato durante la sua relazione extraconiugale. Le si aprono, quindi, le porte di una umanità spontanea, che affronta la vita a muso duro, persone che, nell’apparente spensierato modo di vivere, affrontano la loro condizione di diversità in una società non ancora pronta ad accettare l’omosessualità, la transessualità, o altre condizioni, e che, di fatto, li condanna all’emarginazione.
Una sera, Michele racconta ad Antonia il suo primo incontro con Massimo. Si scopre, quindi, che è stato proprio un libro di Hikmet, che ha dato origine alla loro storia d’amore, un libro, in verità, destinato ad Antonia, e che Massimo, invece, aveva ceduto a Michele. In questo momento di estrema confidenza, Antonia recita le ultime strofe di una poesia del poeta turco Nazim Hikmet: In questa notte d’autunno.
Poesia di Hikmet....
(Nota: se volete sentire Margherita Buy che recita la poesia, guardate il video dal minuto 2:03)
Hikmet aveva scritto questo testo poetico nel 1948, in un carcere dell’Anatolia, dove stava scontando una lunga condanna per motivi politici. Definito un comunista romantico, Hikmet ha scritto testi delicati e profondi, segnati da intensa nostalgia, e da un grande desiderio di libertà.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.
Cosa possono avere in comune, dunque, una donna che ha perso tutte le sue certezze, un omosessuale che ha perduto il suo amore, e un poeta turco che ha trascorso in prigione molti anni della sua vita?
Forse, li unisce solo la forza della parola, di quella parola che nasce dalla testa, dalla carne e dal cuore, che arriva carica dell’affetto e della forza di chi li ama. Che essa provenga da una madre, da un amore, o da un’amica non importa, quello che importa è che sia forte, che travolga, che dia una ragione di vita.
I primi tre versi della seconda strofa sono costituiti da una enumerazione di aggettivi, che connotano in modo vario la parola stessa. L’attenzione del lettore, però, si focalizza sugli ultimi due aggettivi: coraggiose ed eroiche. Le parole sono coraggiose perché hanno dentro di sé la forza delle idee, di cui sono portatrici; eroiche, invece, perché solo un eroe ha il coraggio di ergersi come un titano contro le ingiustizie.
Il fulcro di tutta la poesia si concentra nei versi finali: le tue parole/erano uomini. Le parole hanno senso solo se portano dentro di sé un’idea, e questa idea può essere trasmessa soltanto da un uomo ad un altro uomo, in tal modo, i sostantivi parola e uomo s’identificano.
Infatti, il cambiamento, l’accettazione della diversità, la battaglia politica, passano attraverso la parola, e, grazie ad essa, possono diventare realtà.
Titolo: Le fate ignoranti | Regia: Ferzan Ozpetek | Interpreti: Margherita Buy, Stefano Accorsi, Erika Blanc, Serra Yilmaz, Andrea Renzi, Gabriel Garko.
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Il resoconto del film e della poesia di Hikmet espresse in questo modo toccano l’anima tanto profondamente quanto la Buy mentre la recita … Ho amato guardare il film ogni volta e mai sarà abbastanza…mi auguro sempre la stessa cosa …vivere un’amore così anche solo x un’istante…
Ci sono persone che sono capaci solo di amare, anche tutta l umanità. Sono rare e non conoscono la loro virtù, distratti dalla loro esistenza banale. Il caso però può scoperchiare la pietra tombale e allora ecco la pienezza del vivere finalmente!