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Quando le emozioni si “cristallizzano”
In 18 Aprile 2019 da Mary EmpatikaSono seduta alla mia scrivania e improvvisamente un brano musicale mi proietta in un mondo parallelo. In esso le mie emozioni trovano inedite forme e colori. Non posso non assecondare questo momento che mi indirizza verso l’atto creativo e così mi ritrovo a scrivere “parole tradotte in versi” che rileggerò a distanza di tempo per rintracciare le innumerevoli sfaccettature del mio Essere.
La Musica ha sempre operato un “effetto magico” su di me. Il suo ritmo e la sua melodia scavano senza sosta nella profondità dell’animo umano facendo riemergere ciò che non immaginavo e che non credevo mi appartenesse o che ero convinta di aver rimosso.
La Musica mi connette con le mie emozioni più vere (non devono far paura!) e anima i moti irrazionali. Per Schopenhauer la musica è connessa alla nostra volontà. Essa agisce sulla “forza” che è in ognuno di noi e il cui effetto diventa immediato. Tramite essa esprimiamo il nostro mondo interiore.
L’empatia che si prova ascoltando un brano musicale segue lo stesso schema di espressione di emozioni che si può applicare anche alle opere teatrali e letterarie.
Un brano musicale trasmette nel fruitore o spettatore tre tipologie di emozioni:
- Emozioni nei confronti dei personaggi: identificazione nelle emozioni provate da chi vive la situazione di cui si narra;
- Emozioni nei confronti dell’”autore implicito”: condivisione del senso della vita di chi ha scritto il testo;
- Emozioni di esaltazione e gioia: sono le emozioni più autentiche che ci fanno sentire più arricchiti perché apprendendo qualcosa di nuovo e connettendoci alla nostra parte più profonda ci sentiamo davvero vivi.
La musica sa essere al tempo stesso Oggettiva e Soggettiva. Essa non riguarda situazioni specifiche ma contiene oggetti generali. E’ universale perché è in grado di far sentire unite e vicine persone appartenenti a culture e nazionalità diverse. È soggettiva perché in ogni soggetto scaturisce emozioni diverse dipendenti dal proprio stato d’animo e dal proprio vissuto esperenziale ed emotivo.
La Musica esprime emozioni senza tempo senza seguire una sequenza precisa. Esse non sono radicate in eventi specifici perché la musica attinge da un mondo parallelo, un Mondo di Sogni ed idee creative.
Le emozioni di un brano musicale sono colte senza che il fruitore abbia conoscenze tecniche sulla struttura ed esecuzione. Spesso un musicista meno tecnico nell’esecuzione di un brano risulta più espressivo e passionale di uno solo tecnico che risulta così freddo, impostato, statico. In giro si vedono più esecutori di musica (quelli che io chiamo musicanti!) piuttosto che musicisti. Per me i veri musicisti sono degli artisti che per mezzo della loro musica esprimono se stessi lasciando un segno a livello emotivo in chi ascolta. Sono quelli che ti conducono in un altro mondo, quello in cui come dice Mahler, le cose non si scompongono più nel tempo e nello spazio ma si “cristallizzano”.
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In questo sito scrivono che gli empatici traggono più piacere dall’ascolto della musica. E’ un interessante complemento al tuo scritto:
http://www.lopsicologodelrock.it/musica-e-empatia/