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La Divina Conversazione
In 15 Gennaio 2021 da Gianluca PapadiaNel 2021 ricorre il settecentesimo anniversario della morte di Dante e per onorare l’eredità linguistica che ci ha lasciato il padre della lingua italiana, l’Accademia della Crusca propone ogni giorno una parola attribuita al sommo poeta.
È strano leggere che termini che ormai fanno parte del linguaggio comune, settecento anni fa non esistevano. È strano anche che queste parole nuove le abbia inventate un uomo.
La parola è stata sempre di competenza femminile. Le donne adorano parlare.
Le donne hanno una mitragliatrice al posto della bocca capace di sparare 6000 colpi al minuto. Il loro cervello è in grado di trovare un argomento di discussione in meno di tre millesimi di secondo. Per ogni parola recepita, i neuroni visualizzano davanti ai loro occhi una serie d’immagini collegate a quella parola. Tra le immagini proposte, il cervello femminile, sceglie il gancio per intavolare il successivo dibattito. La selezione avviene alla velocità della luce senza che l’interlocutore riesca a percepire il minimo cenno d’interruzione nel discorso.
La velocità di pensiero è una delle tante qualità che i maschi non hanno in comune con le femmine. Per noi anche la scelta dell’argomento diventa difficile nonostante una rosa di possibilità molto limitata: calcio, culo e tette.
Chissà se Dante ha inventato anche il modo di dire “povertà di linguaggio”.
Mentre il cervello delle donne funziona come i computer futuristici di Minority Report, quello maschile si limita a proporre discorsi sull’ultimo turno di campionato di calcio. Solo se in quei cinque o sei minuti di conversazione, compare nel campo visivo un essere del sesso opposto, la discussione si sposta immediatamente sugli altri due argomenti in grado di stimolare la fantasia del maschio. Non è raro che il maschio durante una discussione sul calcio riesca a usare una mappa mentale e collegare il calciatore in questione alla moglie o addirittura alla giornalista sportiva che l’ha intervistato di recente. In questo caso lo switch agli altri due argomenti avviene inspiegabilmente senza la stimolazione visiva del soggetto interessato.
Chissà se Dante ha inventato anche la parola “monotematico”.
Avendo una rosa di scelte così limitata è naturale che l’uomo al cospetto di una donna non possa mai trovare argomenti validi di discussione e debba limitarsi a fastidiosissimi mugugni di assenso. Calcio, culo e tette sono argomenti tabù per la maggior parte delle donne.
In un gruppo formato da persone di diverso sesso, il 100% degli argomenti sarà stato introdotto da una rappresentate del gentil sesso. Anche perché nessun uomo si sognerebbe mai di parlare delle tette della nuova fiamma di Ronaldo alla presenza di un pubblico femminile.
Chissà se Dante ha inventato anche la parola “paraculo”.
Anche nella coppia, la scelta dell’argomento di discussione è inevitabilmente ad appannaggio della donna. La frase più odiata dai maschi “Tu ed io dobbiamo parlare” è usata solo perché “Io adesso parlo e tu zitto e ascolta” sembrava troppo autoritaria. Perché se la beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è convincere il mondo che lui non esiste, l’idea delle donne è stata ancora più malefica. Loro non vogliono avere ragione su tutto. Loro sparano la loro raffica di parole fino a quando la decisione che avevano preso loro non passi come una nostra scelta.
Il cervello maschile non è in grado di proteggersi da questo meccanismo crudele.
Chissà se Dante ha inventato anche la parola “malvagità”.
Uno dei grandi misteri della vita è proprio questo: nessun uomo si sognerebbe di uccidere la propria donna solo perché parla troppo. Nemmeno io che ho sposato la regina delle logorroiche vorrei vederla morta per questo motivo.
La ragione per la quale la strozzerei con le mie mani è un’altra.
Mia moglie, pure se ha passato le ultime sei ore a parlare ininterrottamente di qualsiasi argomento, nel momento esatto in cui abbiamo completato il tormentato e sempre troppo lungo convenevole dei saluti, ha sempre l’ultima parola da aggiungere.
Non importa chi sia il suo interlocutore né dove sia avvenuto l’incontro, al momento opportuno lei sarà in grado di trovare un argomento di discussione improcrastinabile.
A casa di amici o parenti, sui pianerottoli, nelle strade battute da fenomeni burrascosi di rara intensità, in macchina mentre l’automobilista che ti segue bestemmia come un turco, nel foyer dei teatri ormai vuoti, all’uscita dei negozi, nei parcheggi dei centri commerciali, mia moglie avrà sempre qualcosa da dire prima di congedarsi dal resto della comitiva. Ed essendo un argomento di vitale importanza sarà un discorso ancora più lungo di quelli appena conclusi, ricco di particolari che nemmeno immaginavi, che tua moglie sciorinerà con quella naturale proprietà di linguaggio che solo le donne possono avere.
E quando sei ancora frastornato dalle chiacchiere di una serata intera, quando finalmente intravedi la luce in fondo al tunnel, quando hai già indossato il cappotto e pregusti il ritorno all’amato divano, ecco che lei ti pugnalerà con la frase più infame che potesse mai pronunciare: “Scusa amore devo dire una cosa importante”.
E mentre lei parla, tu ripercorri quel viaggio immaginario attraverso i tre regni ultraterreni. Rivedi Virgilio che ogni volta si manifesta con sembianze diverse: una volta è il tuo migliore amico con gli occhi pieni di compassione, un’altra volta è il parcheggiatore abusivo che non vede l’ora che gli liberi il posto per un altro cliente, un’altra ancora è tuo suocero che sopporta questo strazio da molto prima di te e vorrebbe urlarti: “Io non ho avuto scelta, tu si”.
Chissà se Dante ha inventato anche la parola “rassegnazione”.
Il Virgilio di turno ti accompagna fino alla porta, dove c’è scritto: “Lasciate ogni speranza o voi che aspettate la fine della conversazione”. Ed è lì – tra gli ignavi che nella vita non vollero mai prendere posizioni – che pensi e ripensi al portaombrelli che c’è sul pianerottolo, al cric che giace nel cofano, all’estintore scarico appeso in quel parcheggio.
Chissà se Dante ha inventato anche la parola “uxoricidio”.
E mentre pensi a quanto, sarebbe facile porre definitivamente fine al tuo inferno dantesco, Virgilio, anche questa volta, viene in tuo aiuto per distoglierti da quel gesto inconsulto.
“Non ti curar di loro, ma guarda e passa” è la frase che ti rimbomba nelle orecchie mentre lei continua a dibattere senza batter ciglio, senza il minimo cenno di stanchezza, perché lei è una donna e una donna è progettata per conversare.
Corde vocali rafforzate, diaframma a propulsione atomica, mandibola in carbonio, sistema di salivazione perpetua e lingua biforcuta.
Mia moglie sarebbe in grado di recitare i cento versi de La Divina Commedia senza mai prendere fiato ed io non voglio assolutamente negarle il suo diritto alla parola ma come scrisse Dante: “Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare”.
Ed io vorrei solo questo: che almeno dopo i saluti, finalmente la sua adorabile linguaccia restasse un poco muta.
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