Coccodrilli ad Artem . IRA
Marcel L’Herbier
In 26 Novembre 2021 da Debora BorgognoniÈ il 26 novembre 1979, Andrej Tarkovskij sta girando Stalker, Francis Ford Coppola Apocalypse Now, Woody Allen Manhattan, Ridley Scott Alien. I generi cinematografici si sono sempre più moltiplicati, assottigliando il dettaglio, distinguendo la tecnica, offrendo al pubblico un punto di vista autoriale imprescindibile.
E in questo lunedì parigino, all’età di novantun anni, muore uno dei primi protagonisti della settima arte.
Marcel L’Herbier, l’impressionista. Marcel L’Herbier, il regista dell’incompreso Rose-France. Lui, l’allegorico, il geniale, il produttore, il cerebrale, l’anticipatore del realismo poetico. È tra il 1918 e il 1923 la vera rivoluzione: la fine della Prima guerra mondiale segna una crisi economico produttiva del cinema francese, fino a quel momento fulcro della creatività mondiale. Rinasce con una nuova generazione di autori affascinati dalla bellezza pittorica dell’immagine in movimento, e al contempo degli aspetti psicologico dei personaggi. La photogénie che trasforma l’immagine dona una nuova espressività all’oggetto filmico, e la conseguenza diventa una profonda indagine psicologica che risiede nel cosiddetto ritmo visivo.
L’Herbier si addentra nelle emozioni, scava nel personaggio ora dipinto sul grande schermo. In Rose-France (1918) usa un mascherino che divide in tre il fotogramma e posiziona Franciane al centro: diventa un trittico. In Il fu Mattia Pascal (1926) lo spettatore vede il protagonista seduto nello scompartimento di un treno, e percepisce intanto ciò che questo pensa attraverso immagini sovrimpresse. Per L’inhumaine (Futurismo, 1924), si serve della collaborazione di Fernand Léger per disegnare il laboratorio dello scienziato, e dell’architetto Robert Mallet-Stevens per realizzare gli esterni della casa della protagonista.
Le visioni interiori e i sogni di una nuova vita dei personaggi creano dipinti vivi che L’Herbier tenta di esasperare, in un’avanguardia stilistica che incorona la Francia, ancora una volta, patria maestra della settima arte.
Il vero coccodrillo:
Muore a 91 anni, di una morte dolce, nel sonno, nel suo appartamento parigino, il regista francese Marcel L’Herbier. Padre dell’avanguardia cinematografica denominata “impressionismo”, fondatore dell’Institut des Hautes Etudes Cinématographiques (IDHEC), ha diretto numerosi film tra il 1918 e l’arrivo del sonoro, come El Dorado (1921) e L’Inhumaine (1924). Ha speso una vita per il cinema, tenendo conferenze in ciné club e scrivendo saggi critici sulla settima arte. Lascia la moglie, l’attrice Marcelle Pradot, e la figlia Marie-Ange.
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