Amatorius Secretum . LUSSURIA
“La Cucina Impudica”, le livre de chevet di intraducibile erotismo
In 1 Agosto 2015 da Debora BorgognoniGli ingredienti non sono comuni: Parigi, anni Venti, erotismo, aristocrazia, artisti e una puttana d’alto borgo. E Veronelli, l’illustre enologo e critico gastronomico, li combina così: «Livre de chevet è espressione francese intraducibile. Chevet sta tra capezzale (corna, bicorna) e comodino. Mi piace pensare che indichi, nel reale, i due cuscini che si pongono, l’uno sull’altro – il più alto un po’ arretrato – alla base della testiera del letto. Piacevole appoggiarvi il capo e il dorso; e ritornare sulle pagine del libro di letto. E livre de chevet vuol dire proprio il libro della predilezione. Un uomo di intelligenza (minima) ne ha uno solo. Uno intelligente ne cambia, col passare del tempo. Tanti.»
La “donna di mondo” per antonomasia è l’autrice delle succulente ricette di questa piccola perla francese, ritrovata su una bancarella del Flohmarkt a Vienna. È un semplice quadernetto di novantasei pagine rilegato insieme a due volumi di pasticceria, scritto con inchiostro azzurro e datato Paris 1919/1931. Ora è il libro di ricette erotiche, quello che vuole «spalancare alla vita tutte le porte del piacere», quello che lancia l’immaginazione nei luoghi delle maschiette, dei poeti e dei surrealisti, di quella perdizione sottile e fumosa che era la Parigi degli anni Venti.
E così ci troviamo a cucinare «I coniglietti dell’étudiant», ricetta di Cardiff rivelata da un giovane dai capelli biondi, che aveva «qualche coniglietto gallese da offrire e un paio di bottiglie di birra». Peccato che «il letto era scomodo e i coniglietti gallesi un gioco di parole.» Oppure scopriamo la ricetta tipica del «Restaurant Le Chien qui Fume» di rue du Pont-Neuf: le «favette alla perfida santoreggia». Ossia l’erba dei satiri, quella che «il divino marchese usava per eccitare le sue partenaires tiepide, affogandola con un Macon Blanc, gaio e vivace.»
E le ricette sono tante, tantissime, impregnate di un erotismo sagace e intellettuale. Il Veronelli non può farne a meno, e ci regala questa scoperta con latente eccitazione. «Sarà il mio livre de chevet. Dai tempi giovanissimi e giovani, nessun libro mi ha più divertito per la sua inverecondia, e assieme, l’empietà.»
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Carino molto apprezzabile ,suggerirei una traduzione accettabile cioè “libro da tavolino/comodino” pare che venga usato per indicare il libro che lasci sul comodino prima di addormentarti.Naturalmente mi sono avvalso della consulenza di una laurea con lode alla Sorbonne cioè mio figlio Mauro. Io fin lì non sarei arrivato. Comunque vi seguo con piacere ogni giorno.Baci
Lo dobbiamo dire al Veronelli che ci ha deliziato con la prefazione al libro. Grazie Valerio.
Decisamente un ottimo articolo. Mi addentro con interesse il sito internet https://www.sevenblog.it. Continuate con questo piglio!
articolo veramente interessante
Grazie!!!