Amatorius Secretum . LUSSURIA
Giovanna e Filippo: d’amore e di lussuria
In 7 Novembre 2015 da Debora BorgognoniIl fatto che il libro di cui stiamo per parlarvi non abbia una sezione a esso dedicata in Wikipedia ci pare strano. L’autrice no, lei ce l’ha, Gioconda Belli, scrittrice sessantaseienne di Managua, quindi parlare troppo di lei sarebbe una ripetizione. E come già spiegato, a noi i nomi importano poco. Sono le storie che ci prendono, ancor più dello stile – sempre unico – con cui vengono raccontate.
Questa storia parla di un uomo e una donna. Strano, direte voi. E già la rubrica Lussuria qualcosina vi fa sospettare. Il romanzo si intitola La pergamena della seduzione e comincia così:
Manuel me l’aveva promesso: se avessi accettato certe sue condizioni, mi avrebbe raccontato la vita di Giovanna di Castiglia e il suo folle amore per il marito Filippo il Bello. Lui era professore all’Università Complutense, specialista in Storia del Rinascimento spagnolo; io frequentavo ancora la scuola superiore. Avevo diciassette anni, e da quando ne avevo tredici ero interna in un collegio di monache a Madrid, lontana dal mio piccolo paese dell’America Latina. I miei genitori erano morti in un incidente aereo.
Ci svela tutto. Ci fornisce gli ingredienti, come nelle ricette. Un uomo che è un Professore, una donna che è più opportuno chiamare ragazza. Un convento e una città straniera. Ma soprattutto un feticcio. Tutto torna perché la ragazza ha l’età di Giovanna quando quest’ultima incontra la prima volta Filippo e i due si innamorano «furiosamente». Così lei cede al gioco – certo pericoloso se guardato senza esserne giocatore – del professor Manuel, che muove le fila di un peccato per lei mai del tutto consapevole. Perché lei perde la sua identità, forse nemmeno ancora formata pienamente, e diventa Giovanna la Pazza. Veste i suoi abiti antichi, abiti rinascimentali, abiti «senza cerniere, da infilare dalla testa», e vede davanti a lei il suo sposo, il Principe Filippo.
Manuel si mise alle mie spalle e dolcemente mi tolse il medaglione; si chinò sul mio collo e mi baciò passando la lingua sull’ombra dei miei capelli. Stavo per protestare. Ma la pelle me lo impedì sollevandosi come una ballerina che gettava i suoi veli sul mio stupore e sulla mia ritrosia. Il mondo si riempì di tulle e di seta. Chiusi gli occhi e mi abbandonai al tempo lontano centinaia di anni. Ero di nuovo Giovanna.
Cosa faremmo noi se venissimo inghiottiti dalla Storia? Ce lo siamo chiesti mentre fra queste pagine le parole premono per uscire, e ci parlano di due persone che sono quattro, e che tornano a essere due, e tutto il resto è un contorno. Non è questione di amore, e nemmeno di curiosità. È un attimo, un balzo, qualcosa di così breve e così poco calcolato che accostarlo alla Storia pare risultare un paradosso.
Sussurrai gemendo che non poteva riuscirci, ma Filippo o Manuel, non so chi fosse e ormai non mi importava saperlo, mi immobilizzò le braccia stese sul cuscino e superando le mie grida e le mie lacrime spinse come se volesse trapanarmi le viscere in cerca d’acqua, e io sentii la lacerazione, la penetrazione profonda, la sua carne che si perdeva nella mia, io che piangevo di dolore e di sollievo pensando che ormai era passato e sapendo che lui aveva fatto quello che doveva fare, perdonandolo, piangendo ancora e infine sentendo l’andare e il venire e tutti e due che gridavamo, e lui di botto uscire da me, puntarsi sulle ginocchia lasciando cadere dall’alto, sul mio ombelico, il liquido caldo e denso.
Attraverso le quattrocento pagine, o i cinque secoli, la ragazza si trasforma. Ci racconta date, orari, dettagli, pezzi di vita, frammenti di ricordi, oggetti. Seguiamo quella pazzia che in realtà era destinata a un’altra donna: una che amava incondizionatamente, tanto da diventarne folle, una che ha avuto sei figli, che è stata la legittima erede di un trono ma che è stata considerata incapace di governare, una che non è più riuscita a vivere dopo la morte del suo uomo. E a noi cosa rimane? Amarezza per la sua fine? Crediamo all’ingiustizia, al torto subito? Ci preoccupiamo della ragazza, della perdita dell’ingenuità, dell’inganno? Queste pagine non ce lo chiedono. Così a noi rimane tutto l’erotismo intrecciato senza pudore all’amore vero: ciò a cui, in fondo, da sempre aspiriamo.
Alcune curiosità sul libro:
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La pergamena della seduzione (El pergamino de la seductión) è stato pubblicato in origine da Editorial Seix Barral nel 2005 in Nicaragua
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L’autrice lo definisce come un omaggio al romanzo gotico
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Il palazzo di Manuel e la lettura di Lucìa in casa di sua zia ricordano JANE EYRE di Charlotte Brönte
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