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Lilith
In 4 Dicembre 2021 da Redazione Seven BlogISPIRATA A RIDERS ON THE STORM, THE DOORS
Cos’è la pioggia se non il fumetto di una divinità indiana? Che cosa significa oltre-orgasmo, se non una creatura da palco che suona Riders on the Storm nel 2045? Ve lo descrivo io, come non ho mai fatto prima d’ora, quello che significa, perché sto cavalcando l’animale vincente, e mi sento ingorda di alleggerire il peso di dio succhiando ogni preghiera di smettere, e se questo può sembrare un noioso cliché, allora, pensate alla mia grave posizione, genuflessa, nella penombra rosa, con morbidi scrosci del ventre, e unghie d’acqua che graffiano gemiti, in una labirintica tempesta della ragione, consacrata alla dannazione di pochi secondi, e la mente che apre quelle fottutissime porte, e, cazzo, arriva all’improvviso, Baudelaire con il giardino di fiori, e l’India, e la lava, e le urla, e il basso, e questo è il momento di cristallo, per tirare fuori una lingua-sonagli. E sono tutto, sfera, e onda, e mantide religiosa nel culmine-di-un-divorare il primo coccodrillo che trova in mezzo al deserto, e spingo, immensa, così, così, e così, e varco una certa linea di confine, e, capite bene, che quello che non vedo ha uno strano colore, tipo-verde-acido-interiora con un presentimento-cigolante, in pratica un suono-di-mare-che-sta-per-finire, e finisce sul serio, e non ho niente addosso se non la pelle di un altro che ho appena corroso. E ho voglia di Jack Daniel’s, cristo santo!
La canzone:
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