Le interviste superbe . SUPERBIA
Le parole empatiche: intervista a Mariangela Cutrone
In 29 Gennaio 2023 da Debora BorgognoniCompare in copertina, quasi divinizzata, eterea, con i suoi lunghi, inconfondibili capelli rossi, in un’illustrazione che ben si accompagna – donando anche un po’ di magia – al titolo: Le parole empatiche. Mariangela Cutrone è una poetessa ben nota a SevenBlog. Le sue rubriche – #LeParoleEmpatike, EmpaticaMente – hanno offerto spunti di riflessione a noi e ai nostri lettori. E oggi, proprio oggi, 29 gennaio 2023, la sua prima silloge per Rossini Poetica Edizioni è in libreria. Ne parliamo attraverso le consuete sette domande da IntervistaSuperba.
Empatia, psicologia, benessere: prima ancora di essere poetessa (e scrittrice) chi è Mariangela e qual è il suo percorso formativo?
Sono una sognatrice ipersensibile e curiosa, che vive in un mondo in cui i libri sono fedeli alleati, compagni di vita, fonti di insegnamenti, riflessioni esistenziali, input creativi. Ho sempre nutrito un forte interesse nei confronti delle scienze umane e, dopo aver accontentato i mei con gli studi di ragioneria, mi sono iscritta alla facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione con specializzazione in Educazione degli Adulti presso l’Università di Bari per approfondire materie che hanno sempre destato in me tanto fascino come la psicologia, la pedagogia e la filosofia e l’estetica. Durante gli anni universitari, ho condotto ricerche sul mondo multisfaccettato delle interazioni umane. Il mondo dell’Altro mi ha sempre affascinato. Ho sempre ritenuto l’Altro come una “scoperta avventurosa” attraverso la quale attivare una sorta di rispecchiamento. Quest’ultimo ci consente di conoscere anche il nostro mondo interiore. Dai tempi universitari non ho mai smesso di ricercare il senso delle relazioni umane, che è una tematica onnipresente in ciò che scrivo – da articoli giornalistici a riflessioni che annoto su “pezzi di carta sparsi qua e là” o sul mio fedele taccuino.
“Qui e ora”: ogni “parola empatica” ruota attorno al concetto di presente visto come non-tempo, come occasione per osservare, sentire, vivere. Vuoi parlarcene?
Il presente è la dimensione che ci appartiene più delle altre perché si ciba di concretezza e appartiene al “qui e ora” al quale dovremmo essere completamente connessi. La mente umana però tende spesso a divagare, a lasciarsi tentare da pensieri. Quest’ultimi ci distolgono da ciò che siamo e stiamo facendo. È importante essere ancorati al presente perché ciò ci consente di godere al massimo degli attimi che stiamo vivendo assaporando a pieno tutte le sensazioni e le emozioni che la vita è in grado di donarci solo se siamo in grado di coglierle senza lasciarci influenzare dal passato o intimorire dal futuro. Questo nuovo modo di esserci ci aiuta a vivere con una marcia in più e a non lasciarci sfuggire l’essenza della realtà.
Tornando al concetto di tempo, siamo abituati a vedere lo scorrere della vita con linearità. Sull’asse del tempo abbiamo un presente che procede in modo incessante e non è per questo catturabile, un futuro che ci proietta nei nostri desideri ma che per sua natura rimane nella dimensione onirica, e un passato che di conseguenza acquista un’importanza totalizzante. Cos’è il tempo di una poesia? E cosa significa per una poetessa?
In una poesia il tempo assume un significato inedito e difficile da spiegare proprio perché sfuggente. Può diventare un alleato attraverso il quale viaggiare con la mente da una dimensione esistenziale all’altra facendoci acquisire consapevolezze nuove che spesso sfuggono al quotidiano, ma può anche diventare un nemico perché il suo scorrere all’impazzata sfugge al nostro controllo. Da poetessa ho spesso rappresentato il tempo come dimensione in cui tutto è sospeso, tutto si ferma e il tempo stesso non è più importante. In questa dimensione non si conoscono limiti alla percezione di ciò che accade nel momento stesso che si sta vivendo.
Anche le poesie della silloge presentano un’evoluzione, simile a un cammino nel “tempo” (o nello “spazio del tempo”): all’inizio nascono come scrittura, fissazione di idee, e poi diventano amore, gratitudine.ù
Sono un’estimatrice del “tempo sospeso”, quello che è in grado di donarci momenti magici e che diventa fonte di ispirazione. Ci sono esperienze di vita tipiche di noi artisti di cui racconto in “Il tempo degli artisti” nel quale il tempo si dilata e a ognuno di noi non interessa misurarlo ma viverlo a pieno coltivando le proprie passioni, dando sfogo a ciò che è nel profondo e che fa fatica a emergere. Si asseconda così il proprio flusso energetico che ci conduce verso l’atto creativo che è un atto d’amore nei confronti del mondo. Attraverso esso rappresentiamo la Bellezza che si cela in posti inaspettati.
«Come una danza lisergica | cuore e mente si fondono | creando una dimensione | da esplorare senza limiti | in cui sentirsi unici ed eletti | proiettati in un universo | denso di poesia e magia». La poesia guarisce? Come? E da cosa?
Ho sempre ritenuto la poesia un toccasana per l’anima. È una cura contro i mali della società individualista ed egocentrica di oggi. È il mezzo attraverso il quale scaviamo nel profondo di noi stessi per fare emergere la dimensione umana, quella di cui spesso ci dimentichiamo e che necessita di essere salvaguardata perché purtroppo oggi ci si dimentica che prima di essere dei “consumatori” o dei “numeri” o “immagini” siamo prima di tutto “esseri umani” con emozioni e vissuti esperienziali che meritano di essere raccontati. La poesia restituisce bellezza e colore a un mondo tendente ai toni del grigio. Ci aiuta a osservare piuttosto che vedere. Attraverso essa, come promotrice di ideali di bellezza, amore e gratitudine possiamo avventuraci nel mondo dell’Altro scoprendo una fonte inarrestabile di ricchezza e rivalutando il ruolo che ha il dialogo autentico e la relazione umana come fonte di insegnamenti preziosi e ispirazione autentica.
Una cosa molto bella che ho letto alla fine della silloge è una playlist che consigli di ascoltare leggendo le poesie. Vuoi raccontarci qualcosa in merito?
Mi sono sentita in dovere di riportare in appendice questa playlist di canzoni, che ho segnalato, perché quelle canzoni per me sono state fonte di ispirazione per la stesura di quelle che io chiamo “parole tradotte in versi”. La musica ha un ruolo importante per me, è la colonna sonora delle mie giornate, attiva “un moto dell’anima” che non posso fare a meno di assecondare e trasformare in poesia. Mentre scrivo e lavoro non posso fare a meno di ascoltare i miei artisti preferiti. Band come i Pearl Jam, gli Alter Bridge, i Foo Fighters, band che seguo da quando ero adolescente, con la loro musica e i loro testi emozionanti non potevano mancare durante la stesura di questo progetto creativo a cui tengo tanto perché attinge dalla pura vita e si ciba di essa!
Non possiamo esimerci dal concludere le sette domande di Seven con la domanda di rito. “Le parole empatiche” quale peccato capitale è?
Le parole empatiche sono pura lussuria perché consentono di intraprendere un viaggio nel mondo dei piaceri e delle emozioni intense della vita vissuta a pieno senza “se o ma”.
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