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Grandi specchi vs Piccoli specchi
In 5 Aprile 2018 da Mary EmpatikaNel corso della nostra esistenza ci muoviamo in uno spazio temporale in cui scopriamo di non essere soli. Di fronte e attorno a noi c’è l’Altro che popola la nostra dimensione interpersonale. L’Altro è uguale e al tempo stesso diverso da me; non è un oggetto, un robot, una cosa sulla quale esercitare un potere di controllo o da sottomettere al proprio essere. L’Altro è un corpo vivo dotato di caratteristiche particolari che lo rendono speciale e dotato di una propria personalità. L’Altro va rispettato per le sue peculiarità come noi pretendiamo rispetto verso noi stessi. Egli può rappresentare un enigma, un essere altamente misterioso e strano che non si conosce mai abbastanza perché in continua evoluzione. Non si finisce mai di indagare sulla sua natura enigmatica! Proprio quando pensavamo di aver afferrato la sua essenza, l’Altro ci sfugge… non capiamo qualcosa… un piccolo dettaglio che rimette in moto la nostra sete di conoscenza, la voglia di scoprire ciò che non è visibile.
La natura umana dell’Altro è qualcosa di non tangibile perché si compone di molteplici sfumature e sfaccettature che vanno analizzate da diverse angolazioni.
Nell’incontro con l’Altro si dà avvio ad un processo dinamico e multi-sfaccettato di fusione, confronto ma anche di repulsione, conflitto, contrasto. Nell’incontro con l’Altro scrutiamo la propria e altrui dimensione umana. Quando l’Altro appare al mio cospetto, la mia coscienza si attiva, si illumina. Sento un “moto dell’anima” che mi può indurre a lasciarmi andare oppure a rimanere rigida nel mio ruolo. Le percezioni, i nostri stati d’animo, le esperienze vissute agiscono inconsciamente sulle relazioni interpersonali.
Nel corso della nostra esistenza incontriamo tante persone perché la nostra natura umana ci predispone ad essere animali sociali. Mi piace pensare agli altri come se fossero degli specchi. In questo universo di specchi riconosciamo noi stessi. Ci sono specchi piccoli che non ci consentono di afferrare la nostra immagine intera. Ce ne proiettano solo una parte discreta e non sufficiente a rappresentare le nostre innumerevoli sfaccettature. Ci sono specchi nei quali vediamo parti potenziali di noi stessi che non accettiamo o tolleriamo. Di fronte a questi specchi ripugnanti si attivano meccanismi inconsci di repulsione. Siamo indotti a sfuggire a essi o a lottare per cambiare ciò che è proiettato in essi.
E poi… ci sono specchi grandi che ci fanno stare bene in cui ci specchiamo e ritroviamo l’essenza del nostro essere. Specchiarsi in questi specchi grandi significa riconoscere pienamente noi stessi e non smettere di sorprendersi. Questi Grandi Specchi sono una continua fonte di ricerca personale fatta di emozioni, scoperte, sensazioni inedite. I ”grandi specchi” hanno un ruolo importante nella propria crescita. Lasciano il segno perché depositari di esperienza. Sono un punto di riferimento quando ci smarriamo.
Ci poniamo di fronte al “grande specchio” e scopriamo un universo nuovo che ci appartiene e che al tempo stesso ci sfugge. In esso non vediamo un nostro duplicato ma un essere, un “corpo vivo” con caratteristiche simili alle proprie. Questo corpo vivo si mostra in maniera autentica, senza limiti, remore, preclusioni. Grazie a questo speciale rispecchiamento ci modelliamo, ci evolviamo, impariamo a conoscerci consapevoli del fatto che siamo esseri in continua evoluzione e mai uguali a quelli che eravamo prima.
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