IRA . Lettere dall'Ira
Il Vangelo secondo Varsavia
In 10 Dicembre 2021 da Chiara MenardoNel nome del Padre, io ti assolvo, figliola.
Nella sua grande misericordia possa aver pietà di te, figliolo.
Egli vi ama, ci ama tutti, creature di Dio.
Grande sarà la sua collera davanti agli empi.
Nel nome del Padre, delle sue braccia spalancate ad accogliervi nella sua immensa Grazia, pentiti. Pentitevi tutti e abbandonatevi alla sua Santissima Volontà.
Il ferro da calza, segno del tuo mortale peccato, figliola, ti accompagni fino a dove la tua scellerata scelta ti ha voluto condurre: lussuria, omicidio, morte, figliola. Null’altro ti aspetta se non la dannazione per te e il figlio innocente del peccato che hai deciso di uccidere, figliola. Nell’illusione che tuo fosse il corpo, tuo lo spirito, tua la volontà, ti sei ostinata a respingere il disegno di Dio, ed Egli ti ha giustamente punita. Ma io ti assolvo in suo nome, figliola con il ventre squarciato. Ti assolvo perché dopo la punizione che hai meritato e qui giaci, esangue, su un tavolo freddo sotto le fredde luci di un ospedale, tu conosca il suo perdono, e lo osservi da lontano, bramando la vicinanza con il suo regno e la consapevolezza di non poterlo raggiungere mai. Dalle fiamme dell’inferno, in eterno, perdonata e dimenticata, figliola. Solo perché la tua empia arroganza ti ha fatto credere che tuo fosse il corpo, tuo lo spirito, tua la volontà.
Nella sua grande misericordia possa aver pietà di te, figliolo. Tu, che ripudi e fuggi lontano dal disegno di Dio. Ti aggiri furtivo, ti nascondi negli angoli bui e lì pecchi. Insensato. Dovresti essere colmo di vergogna, mentre insisti in atti contrari alla legge divina della natura. E invece, gridi a gran voce il diritto di essere sbagliato, storto, depravato. Che Egli ti possa perdonare, quando cammini per strada per mano a un altro come te: voi summa di tutte le perversioni. Tu dai scandalo nelle menti, negli occhi e nei cuori dei giusti che si affidano a Dio e, poiché egli ha detto “chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”, dunque la nostra collera è giusta e santa. È difficile portarti sulla riva del mare e buttartici dentro con una pietra legata ben stretta, ma così dovrebbe essere perché voi provocate ogni giorno con la vostra empietà, e corrodete ogni cosa buona e giusta che toccate perché siete come un acido che tutto rosicchia. Alla fine, tutto crollerà e sarà colpa vostra. Dannati, che possiate essere dannati in eterno. Che il padre nostro che è nei cieli possa avere pietà di voi e cancellarvi per sempre dalla faccia della terra.
Avete costruito una casa sulla sabbia, ora volete fuggire e venire qui, nelle nostre case costruite sulla roccia della Parola, a prendere quello che è nostro. Ma Dio sa proteggere il suo popolo, lui è con noi. Vi lasceremo fuori dal tempio, non c’è posto per chi non vive ammantato dalla luce della sua grazia: così ha detto, così facciamo. Il Dio degli eserciti ci accompagna, il Dio degli eserciti ci protegge e noi proteggiamo lui, il suo popolo eletto, coloro che credono. Non ci sono innocenti, la fede non è un molle pezzo di pongo da modellare come più ci piace. La fede va difesa con la spada da chiunque sia una minaccia. La nostra spada è l’inverno, il filo spinato, i caschi e gli scudi, i gas lacrimogeni e la verità che brilla potente nei nostri occhi.
La verità non teme il giudizio, la verità se ne infischia delle motivazioni, non ha sfumature. La verità sa discernere tra chi è meritevole e chi non lo è, e gli straccioni che siedono tremando alla nostra porta non sono tra quelli a cui concedere la possibilità di redimersi. Vogliono entrare e strapparci le chiese, trasformarle in covi di un dio empio e fasullo. Le scritture dettano il passo e dicono di lasciarli laggiù, oltre il filo spinato, ad attendere ciò che gli merita. Che sia il loro dio, se c’è, a occuparsi di loro.
E voi che ci guardate da lontano, voi senza Dio, che parlate di tolleranza e alzate il dito ammonendoci: anche voi non siete meglio di ratti, che occhieggiano al buio e aspettano il momento in cui la notte è più profonda e i custodi cedono al sonno, per entrare di nascosto e distruggere, infettare, rosicchiare quanto altri hanno costruito brandendo il Libro e la spada. Voi, che sentenziate e disapprovate. Un giorno, quando verrà la fine dei Tempi, il Signore saprà riconoscere chi gli ha obbedito e chi no, chi lo ha rispettato e chi no, chi ha combattuto per Lui e chi no.
Noi saremo da una parte del filo spinato, inondati di luce, e voi tutti sarete dall’altra, a tremare al freddo delle fiamme dell’inferno. Tutti voi.
Amen.
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