AVARIZIA . FrammentiAvari
La ballerina voyeur
In 5 Novembre 2016 da Debora BorgognoniEra una cosa mostruosamente complicata starsene tutto il giorno vestiti a quel modo. Le calze prudevano sui peli ispidi e neri, quel tessuto plastificato, o dio-sa-cosa-contenesse, faceva sudare terribilmente. Spiavo con invidia le signorine nel camerino accanto. Invidia e lussuria, ero una calamita per i peccati capitali. Le guardavo con lussuria perché erano belle. E nude. E io ero solo una ballerina rozza, troppo vestita, con quel tutù che nascondeva le mie parti nascoste. Maschili. Le braccia da uomo, il pomo d’Adamo, la voce camuffata, i baffi che lasciavano un alone di sporco: ero un clown, la caricatura di me stesso, la sgualdrina del teatro, il travestito immondo. Ma da quella serratura, la vista delle signorine mi ripagava di ogni umiliazione. «Puoi essere come loro», mi ripetevo, «Sei loro». E godevo felice.
L’opera è di Henry de Toulouse-Lautrec, La clownesse assise – Mademoiselle Cha-U-Kao, 1896.
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