
Le opinioni superbe . SUPERBIA
La Gran Torino di David Starsky e Ken “Hutch” Hutchinson
Le sette automobili degli investigatori stranieri della TV
In 5 Novembre 2023 da Fabio MuzzioI grandi investigatori siano essi Commissari, Tenenti, Sergenti o Detective privati guidano un’auto che li ha caratterizzati e per cui li ricordiamo: di queste ne ho scelte sette, tutte provenienti da produzioni non italiane e presenti in serie entrate nella storia della televisione spesso a livello mondiale.
Come sempre la scelta si contraddistingue per essere tanto personale quanto opinabile.
La Volvo P 1800 di Simon Templar
Roger Moore ha raggiunto il primo grande successo nella serie di telefilm Ivanhoe nel ruolo di Sir Wilfred ma sarà il successivo a renderlo una star mondiale successivamente suggellato da quello di Lord Brett Sinclair in Attenti a quei due e sul grande schermo di James Bond, dove per sette vole è stato al servizio di Sua Maestà Britannica. Quel ruolo, che non vi citato ma avete già individuato, è Simon Templar nella produzione, andata in onda la prima volta dal 4 ottobre 1962 al 9 marzo 1969 con il titolodi The Saint – Il Santo, di cui vi ho parlato in un altro post.

Il Santo, episodio Contrabbando alle Bahamas (Fonte YouTube)
Le sei stagioni sono composte da 118 episodi, di cui 71 in bianco e nero e 47 a colori e il personaggio nato dalla penna di Leslie Charles Bowyer-Yin, che ha pensato alle avventure di un abile ladro, che si cala però nel ruolo di investigatore privato a volte in aiuto dei servizi segreti. La sua figura si pone su un doppio piano che, nella versione cinematografica interpretata da Val Kilmer scompare del tutto.
Una caratteristica del personaggio è la macchina personalizzata: Simon Templar, aureola compresa, guida una Volvo P1800 con targa ST1, caratteristica che ritroveremo con Brett Sinclair e la sua Aston Martin targata BS1 in una sorta di continuità.
La P1800 è la prima coupé della serie che verra modificata e aggiornata più volte con le sigle successive S, E ed ES fino al 1973. L’auto pensata per Templar è stata prodotta tra il 1961 e il 1963 in 6000 esemplari e, con i suoi 100 cv e i 1800 di cilindrata, raggiunge i 170 km/h.

Il Santo, episodio L’uomo che giocò con la morte (Fonte YouTube)
Per chi volesse provare l’ebbrezza di possedere e guidare l’auto della casa svedese la può trovare a circa 30mila euro
La Peugeot 403 del Tenente Colombo
Colombo, in originale Columbo, è una tra serie, anzi telefilm più noti mai prodotti dalla televisione. Suddiviso in undici stagioni, 67 episodi complessivi più due pilota realizzati tra il 1968 (ma la messa in onda è del 1971) e il 2003 è stato in realtà ripreso più volte come nel 1989 con stagioni successive e qualche presenza anche sul grande schermo.
La serie, che vede nel ruolo di protagonista Peter Falk inizialmente freddo nei confronti del progetto, propone le indagini di un acuto e precisissimo a cogliere qualsiasi dettaglio Tenente della Polizia di Los Angeles che contrappone alle caratteristiche di investigatore una cronica sbadataggine nella vita e un abbigliamento trasandato su cui spicca un impermeabile perennemente stropicciato e che sembra non aver mai visto una lavanderia. L’insistenza nelle domande, l’atteggiamento non verbale che finiscono per far commettere il passo falso decisivo al colpevole, rappresentano altre caratteristiche di una impostazione di episodio che svela subito il colpevole e gioca sul come Colombo riesca a scoprirlo.

Peter Falk, Colombo, Peugeot 403 Cabriolet (Fonte IMDB)
È risaputo che l’assassino è sempre una guest star famosa che partecipa fungendo da avversaria al Tenente e l’elenco è davvero lunghissimo, senza dimenticare i ruoli secondari di attori e attrici che erano all’inizio della loro carriera. Tra le particolarità ci sono il fatto che la moglie, sempre citata, non compare mai ma vivrà in uno spin off di poco successo con 13 episodi e due stagioni tra il 1979 e il 1980: a interpretarla viene chiamata Kate Mulgrew, che sarebbe diventata famosa e molto conosciuta nel ruolo del Capitano Kathryn Janeway in Star Trek – Voyager qualche anno dopo. Un’altra particolarità è il cane, senza nome, che ogni tanto lo accompagna: un pigro Basset Hound, che molto ricorda il proprietario.

Colombo, Peugeot 403 Cabriolet (Fonte IMDB)
Ma veniamo all’auto: la Peugeot 403 grigia targata 044 APD; il Tenente Colombo guida la versione cabrio uscita nel 1959 e prodotta solo in poco più di 2000 esemplari e la sua potrebbe rientrare nella categoria “auto un po’ scassata” pienamente in linea con lui. Macchina di grande successo e presentata in diverse versioni è stata prodotta dal 1955 al 1967 con motorizzazioni sia benzina che diesel con una velocità di 140 km. Girovagando sul Web l’ho trovata usata intorno agli 80mila euro.
La Buick Century III del Tenente Theo Kojak

Telly Savalas, Kojak (Fonte YouTube)
Nel 1973 la CBS manda in onda un film per la televisione: The Marcus-Nelson Murders (tradotto in italiano con Tenente Kojak: il caso Nelson è suo) dove il protagonista è il Tenente del Tredicesimo Distretto di Manhattan: Theodore “Theo” Kojak. A interpretarlo è Aristotelis, in arte Telly, Savalas, attore di origini greche con una laurea in psicologia in tasca presa alla Columbia University nel 1946, un anno dopo la fine della Seconda guerra mondiale nella quale ha rimediato un brutto incidente automobilistico che lo ha tenuto in ospedale quasi un anno. Il padre è un ristoratore a New York e la madre Christina Kapsalis una pittrice e dalla loro unione nasceranno cinque figli: Katherine, Aristoteles, George Teddy e Gus. The Marcus-Nelson Murders, che funge anche da episodio pilota, precede la serie tv che in sette anni collezionerà cinque stagioni diventate di culto.
Savalas è un attore affermato, soprattutto come caratterista e ha ricevuto una candidatura all’Oscar® nel 1963 per L’uomo di Alcatraz. Lo si è visto in Quella sporca dozzina e in Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà, dove James Bond è George Lazenby.
Nato nel 1922 non è passato alla storia come il capo rasato più conosciuto del grande schermo essendo stato Yul Brynner, il precursore di una calvizia che sarà di moda e sdoganata solo anni dopo, ma rimane un suo tratto caratteristico come il viso particolare.

Telly Savalas, Kojak, 1973-1978 (Fonte YouTube)
Il Tenente Kojak, doppiato in Italia dal grande Lino Troisi (era anche la voce Howard C. Cunningham in Happy Days) è riconoscibile non solo per il Borsalino nero modello Fedora ma soprattutto per il chupa chups (il lecca lecca inventato dall’imprenditore di Barcellona Enric Bernat nel 1958 e che si consuma in 16 minuti) scelto come carattere distintivo e alternativo alle sigarette da sempre consuetudine dei poliziotti. Nella serie, dove compaiono diversi attori conosciuti, oppure che hanno iniziato ad affermarsi, è presente anche il fratello dell’attore, George, di due anni più giovane, nel ruolo del Sergente Stavros.
Savalas muore a Universal City, una Contea di Los Angeles, il 22 gennaio 1994 il giorno dopo aver compiuto 72 anni.

Kojak, 1973-1978 (Fonte YouTube)
Ma che auto guida il Tenente Kojak? Una Buick Century III. La Buick, che appartiene al gruppo General Motors, è stata prodotta dal 1973 al 1977 e arrivava a 176km orari. Usata in Rete la si piuò trovare tra i 20 e i 30 mila euro.
La Gran Torino di David Starsky e Ken “Hutch” Hutchinson
Serie televisiva tra le più memorabili degli anni Settanta, Starsky e Hutch è stata prodotta, tra il 1975 e il 1979 dal duo di produttori di grande fiuto Aaron Spelling e Leonard Goldberg.

Starsky & Hutch, 1975-1979, fonte YouTube
I 93 episodi, che in Italia inizieranno ad andare in onda solo nel 1979 su RAI2, vedono una classica coppia di investigatori, questa volta si gioca sul moro e sul biondo, l’alternativa al bianco e il nero, che affrontano la malavita nella fittizia città californiana di Bay City. La serie, nella strategia maturata nel nuovo millennio è diventata una pellicola per il grande schermo e a essere chiamata a interpretare i ruoli di Paul Michael Glaser e David Soul, presenti in un cameo, sono arrivati i collaudati Ben Stiller e Owen Wilson.

Starsky & Hutch, 1975-1979, fonte YouTube
L’amicizia tra Glaser e Soul è rimasta solida negli anni e non è mistero quanto sia stata evidenziata per la disabilità di “Hutch” costretto alla sedia a rotelle e l’aiuto di “Starsky”. Il tutto, quindi, non funzioanva solo sul piccolo schermo. Diversi fra loro, ma non potrebbe essere diversamente nelle sceneggiature, costituiscono una coppia di Detective infallibile e solida che ha un capo, il Capitano Harold Dobey, interpretato da Bernie Hamilton, attore di diverse produzioni televisive, che ha la tendenza a essere duro e propenso ad alzare la voce e per queste caratteristicheemerge come punto di riferimento anche per lo spettatore. A completare i personaggi che costituiscono il cast principale c’è Huggy Bear (Antonio Fargas), il prezioso informatore dai vestiti che non passano certo inosservati che al The Pits, il suo locale, rappresenta un punto di riferimento per le “soffiate”. Anche per lui, presente in 70 episodi, il ruolo ha riscontrato il grande successo di pubblico.

Starsky & Hutch, 1975-1979, fonte YouTube

Starsky & Hutch, 1975-1979, fonte YouTube
Per chi ha buona memoria il telefilm, come si chiamava all’epoca, veniva riassunto in modo ironico anche nella battuta nel dialogo:
Ciao Starsky sono Hutch, ciao Hutch sono Starsky
Se per alcune produzioni l’oggetto che maggiormente si ricorda può essere un lecca lecca o un impermeabile, come poco più sopra, nel caso di Starsky e Hutch è proprio l’auto a essere ciò che maggiormente contraddistingue la serie: la Ford Gran Torino – Zebra 3 come nome operativo, rossa con le strisce bianche del 1975 e di proprietà di Starsky.
Una macchina iconica, che troverà un’altra grande presenza, titolo compreso, nel film di Clint Eastwood, nel quale la Gran Torino assurge a perno della storia per il suo valore simbolico.

Starsky & Hutch, 1975-1979, fonte YouTube
Questo modello della Ford, prodotto tra il 1968 e il 1976, con i suoi 265 cavalli poteva raggiungere i 190 km orari, anzi può raggiungerli ancora se la ritrovate per un costo che ho trovato sui 40mila euro.
La Mustang Cobra II di Jill Munroe
Se si ripensa alle serie tv tra le più iconiche della televisione a stelle e strisce giunte anche in Italia con un successo davvero eclatante, c’è Charlie’s Angels, ideato sempre dalla coppia Aaron Spelling e Leonard Goldberg e da annoverare anche tra le prime produzioni in cui è la figura femminile recita nel ruolo principale e di pericolo, strada aperta da Angie “the legs” Dickinson (le gambe più belle del mondo) con Pepper Anderson – Agente speciale nel 1974.
Tornando a Charlie’s Angels credo che quasi tutti ne conoscano la trama: un’agenzia investigativa, la Charles Townsend Investigations, il Charlie che non comparirà mai, se non raramente di spalle e solo in voce, che arruola tre ragazze dell’Accademia di Polizia coordinate da John Bosley.

Charlie’s Angels, 1976-1981, (Fonte IMDB)
Iniziata nel 1976 e conclusasi nel 1981, strutturata su cinque stagioni, sarà proposta in Italia sono nel 1979, grazie alla GPE – Telemond, una syndacation che raggruppava 25 emittenti locali sparse sul territorio nazionale. Successivamente è approdata a Tele Monte Carlo, quella che è poi diventata La7 e poi sulle reti Fininvest.
Sull’onda di portare al cinema le produzioni seriali, per quanto riguarda Charlie’s Angels ci sono due pellicole: una del 2000 e una nel 2019. entrambe non così memorabili.
I tre angeli che hanno iniziato l’avventura, Farrah Fawcett (Jill Munroe), all’epoca sposata con Lee Majors, L’uomo da sei milioni di dollari, Kate Jackson (Sabrina Duncan) e Jaclyn Smith (Kelly Garrett), in realtà saranno insieme solo nella prima stagione.

Charlie’s Angels, 1976-1981, Jill Munroe, (Fonte YouTube)
La prima a lasciare dopo 23 episodi (esclusi successive apparizioni come guest) sarà proprio Fawcett e poi anche Jackson dopo 69. Smith sarà l’unica a coprire tutta la serie con 110 avventure (a cui si aggiunge l’episodio pilota). Le sostitute saranno Ceryll Ladd, la sorella di Jill e che in realtà, sarà la vera “bionda” del trio e successivamente arriveranno per l’altra Shelley Hack e Tanya Roberts.
Le avventure vedono i tre angeli, dal carattere dalle bellezze diverse per catturare i diversi appassionati e appassionate, infiltrarsi sotto copertura nella malavita sfruttando anche la loro avvenenza.
A chiudere il personaggio di Bosley (David Doyle) il tramite con il proprietario dell’agenzia e operativo sul campo, una sorta di angelo custode.

Charlie’s Angels, 1976-1981, John Bosley, (Fonte IMDB)
Prima di arrivare all’auto un omaggio ai doppiatori: Jill ha la voce di Rita Savagnone, Kelly di Flaminia Jandolo e Sabrina quella di Anna Rita Pasanisi. Gianfranco Bellini è Bosley mentre Charlie è Luciano De Ambrosis. Quest’ultimo, nella versione originale, ha la voce di John Forsythe diventato celebre in Italia nel ruolo di Blake Carrington in Dinasty, la serie televisiva che si proponeva, in pieno edonismo reganiano, di contrastare il classicone Dallas.

Charlie’s Angels, 1976-1981, (Fonte YouTube)
Jill Munroe cosa guida? Una Ford Mustang Cobra II bianca con strisce azzurre del 1976, prodotta in oltre 25mila esemplari tra il 1974 e il 1978. In grado di raggiungere i 180 chilometri. L’ho trovata negli Stati Uniti a circa 20mila dollari (non so se trattabili).
L’Opel Diplomat B V8 del Commissario Mick Brisgau
Last Cop – L’ultimo sbirro (Der letzte Bulle), strutturata su cinque stagioni e 60 episodi compresi tra il 2010 e il 2014 ci pongono davanti al quesito di cosa sarebbe la nostra vita se ci risvegliassimo dal coma dopo 22 anni. A Michael “Mick” Brisgau (Henning Baum), commissario a Essen, questa cosa capita nel 1988: niente internet, niente smartphone, niente digitale (il cd esiste da qualche anno ma le audiocassette regnano ancora sovrane) e niente marmitte catalittiche. Se poi il soggetto in questione è il tipico maschio Alfa, che non rinuncia alle camicie passate di moda e agli stivali da cowboy, ne esce un insieme a tratti divertente e che ci porta a riflettere sui cambiamenti avvenuti nel frattempo. La serie ha un punto di forza che gioca sull’effetto nostalgia: gli inserti, all’interno della narrazione delle diverse indagini, di musica tutta anni Ottanta portano lo spettatore, che quegli anni ha vissuto, a ricordare se stessa e se stesso sulle diverse note.

Henning Baum, Last Cop (Fonte YouTube)
Il confronto tempo passato e tempo attuale affiora nel rapporto prima difficile e poi sempre più di complice amicizia oltre il lavoro con il partner Andreas Kringge (Maximilian Grill), una figlia, Isabelle, che non ha visto crescere, un ex moglie, Lisa, che si è ricreata una vita proprio con un collega con cui non mancheranno attriti, qualche donna che entra nella sua vita completano le tante indagini tutte ambientate nella città della Renania Settentrionale-Vestfalia.
E se il nostro Commissario si adatta a tutto non rinuncia tranne ala sua vecchia auto, perfettamente conservata in un garage dove è posteggiata e coperta perché non prenda polvere e la recupera sulle note di Eye of the Tiger dei Survivor. Si tratta di una Opel Diplomat B V8 del 1977 che, a un certo punto renderà la vita difficile per mancanza di pezzi di ricambio.

Opel Diplomat B V8 di Mick Brisgau, Last Cop (Fonte YouTube)

Opel Diplomat B V8 di Mick Brisgau, Last Cop (Fonte YouTube)
La berlina è stata presentata la prima volta nel 1969 ed è stata prodotta in oltre 11mila esemplari proprio fino al 1977. Il motore V8 ha 230CV di potenza e raggiunge i 200km orari. Un’auto sicuramente potente e ben accessoriata con sedili in pelle, aria condizionata e alzacristalli elettrici.
In rete si trovano alcuni modelli usati che arrivano anche a quasi 40mila euro.
Il Ford Bronco di Jenny Hoyt
La serie tv Big Sky l’ho raccontata più volte in occasione di diverse ricette estrapolate dalle tre stagioni. La produzione non ne avrà una quarta perché, secondo quanto è stato dichiarato, non proseguirà a causa del calo di ascolti e qualche tensione sul set (così recitano i “rumors”).
Come è risaputo, Big Sky è il “soprannome” dello Stato del Montana e le vicende vedono in azione Jenny Hoyt, interpretata dall’attrice di origini ucraine Katheryn Winnick e Cassie Dewell, ruolo per cui è stata chiamata Kylie Bunbury. La colazione dei Kleinsasser vi offrirà uno spaccato sulla prima stagione, oltre a una ricetta.

Ford Bronco di Jenny Hoyt, Big Sky (Fonte YouTube)
Tra i diversi personaggi che si succedono nelle stagioni rimane un punto fisso Denise Brisbane (Dedee Pfeiffer), che alla Dewell&Hoyt è il punto di riferimento in ufficio oltre ad amare il caffelatte alla noce moscata. Gli episodi trovano soprattutto nella figura del serial killer da fermare l’avversario che porta la continuità anche se non manca la criminalità organizzata, in questo caso incarnata dalla famiglia Bhullar che, tra la’ltro ama cenare con l’hamburger di bisonte.
Non mancano i problemi personali e quelli irrisolti tra madre e figlia occasione, rispettivamente, per una zuppa di noodles con pollo e una Dump Cake all’ananas. Ogni link vi porterà a una ricetta che ha due opportunità: approfondire la storia man mano che si sviluppa e avere qualche suggerimento culinario.

Ford Bronco di Jenny Hoyt, Big Sky (Fonte YouTube)
Rimanendo in tema con questa StoriaSuperba eccoci a una delle tante auto, anzi, in questo caso, un Suv: il Ford Bronco del 1996 che guida Jenny Hoyt; si tratta della quinta serie di questo modello entrato in produzione nel 1965 e successivamente modificato e aggiornato. Il Bronco di Big Sky è quello venduto tra il 1992 e il 1996 progettato con una cilindrata di 4942 cm3, 188 cavalli in grado di arrivare 160km orari. Usato ha un costo che si aggura sui 40mila dollari, forse nulla in confronto al consumo, e quindi al costo, della benzina per riempire il serbatoio.
Il Ford Bronco è tornato in produzione con la sesta serie a partire dal 2021.
(ADV)
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