
GOLA . RicetteColte
L’amatriciana di Valerio Milanese
In 20 Maggio 2020 da Fabio MuzzioPerché la gola è scambio di persona
In Zucchero, miele e peperoncino, si saldano due modalità classiche della narrazione cinematografica del genere comico: la struttura a episodi e l’ambientazione nelle aule del Tribunale. Gli esempi sono davvero numerosi almeno fino agli anni Ottanta. Questo film propone, con la regia di Sergio Martino, un cast tra i più appetibili per il botteghino di quel periodo: Lino Banfi con Edwige Fenech, Pippo Franco con Dagmar Lassander e Glauco Onorato (la voce storica di Bud Spencer), Renato Pozzetto in coppia con Patrizia Garganese all’epoca molto celebre per essere anche stata la valletta di Mike Bongiorno per due stagioni del quiz Scommettiamo?. Non mancano i caratteristi sempre inseriti nel cast e non manca nemmeno Sal Borghese, grande stunt quasi sempre presente a pigliar cazzotti dalla coppia Hill/Spencer. Con tutta probabilità non siamo di fronte a uno dei film più riusciti, malgrado la coppia autrice del soggetto e della sceneggiatura sia la più che collaudata Castellano e Pipolo, tenendo sempre conto di quanto queste pellicole apprezzati in sala e stroncati dalla critica sono diventati con il tempo film di culto per una larga fascia di appassionati. Contrariamente a quello che potrebbe far pensare, lo zucchero, il miele e il peperoncino non corrispondono ad altrettanti episodi ma sono ingredienti idealmente presenti nelle tre parti. Nel primo, Lino Banfi è Valerio Milanese scambiato per un pericoloso latitante e “vittima” della giornalista Amalia Passalacqua, vale a dire Edwige Fenech, alla caccia di un grande scoop; nel secondo Valerio Mazzarelli, Pippo Franco, è il laureato perennemente disoccupato, a dimostrazione che cultura e lavoro non vanno troppo d’accordo da diversi decenni, si finge donna per farsi assumere come cameriera da Mara Mencacci, Dagmar Lassander, moglie trascurata da un marito manesco, Duilio Mencacci, il buon Glauco Onorato; nel terzo Plinio Carlozzi, Renato Pozzetto, taxista con il pallino di avere una licenza e una macchina tutta sua, finisce nelle disavventure del rapimento finalizzato al matrimonio per disonore di Rosalia Mancuso-Patrizia Garganese. Come vadano a finire le tre vicende esposte davanti al giudice, da notare che siamo in presenza del vecchio codice e quindi il Pubblico Ministero siede al fianco del giudice e del cancelliere, lo lascio alla vostra curiosità se non lo avete già visto. Intanto, dal primo episodio, ho estrapolato la ricetta dell’amatriciana con pancetta dolce e prosciutto crudo.

Zucchero, miele e peperoncino, 1980, Sergio Martino (fonte dailymotion)
- Spaghetti 200g
- Pomodori 300g
- Pancetta dolce 50g
- Prosciutto crudo 50g
- Scalogno
- Peperoncino
- Olio E.V.O.
- Vino bianco
- Parmigiano
- Sale

Zucchero, miele e peperoncino, 1980, Sergio Martino (fonte dailymotion)
Procedimento:
Partiamo dal pomodoro: la quantità che ti ho indicato negli ingredienti è per quelli freschi e maturi; scegli quelli che preferisci e scottali in acqua bollente così, una volta raffreddati potrai eliminare prima la buccia e poi la parte più acquosa con i semi. Con un passaverdure o un robot da cucina riduci la polpa a consistenza liquida. Per la pancetta e il prosciutto crudo o utilizzi le confezioni con il prodotto già a dadini, oppure fatti preparare due fette al banco. In questo caso taglia tu ma non troppo finemente. Taglia lo scalogno in fettine sottili e metti un velo di olio, in una padella capiente e antiaderente. Quando il fondo è caldo versa lo scalogno e fallo imbiondire a fuoco medio insieme al peperoncino (lascio a te quanto piccante). Quando rilascia il profumo, mi raccomando non farlo bruciare, metti la pancetta e il prosciutto crudo e falli insaporire sfumando con il vino bianco. Appena questo è evaporato metti il pomodoro e fai cuocere circa quindici minuti a fuoco dolce. Calcola in tempi per la pasta e metti a bollire la pentola per gli spaghetti: nel caso il sugo si asciughi troppo utilizza un paio di cucchiai dell’acqua di cottura della pasta. Cola gli spaghetti e amalgamali con il sugo ben caldo. La tua pasta, con l’aggiunta del crudo, come sottolinea Valerio Milanese, è pronta. Se ti piace, ed è vivamente consigliato, concludi con un abbondante spolverata di parmigiano con l’auspicio che non ti scambino per un latitante e che non ti porti via una giornalista alla ricerca dell’articolo da prima pagina.
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